Ormai in nome e in diritto della satira tutti si sentono autorizzati a fare i “satiri”. E poco importa se certe “satire” non c’entrano nulla con la satira (quella vera) e passano, inoltre, come un Tir sui cadaveri delle persone.
Antonio Del Furbo
Poche cose ho capito nella vita, tra queste che il potere è male. Assoluto. Il potere ad ogni livello è qualcosa che con l’essere umano non ha nulla a che vedere. Assolutamente nulla. Ma si sa, l’uomo deve essere manipolato, educato, gestito, usato. E a questo ci pensa lo Stato.
E la satira cosa c’entra? La satira c’entra. E come, se c’entra. La satira dovrebbe sbeffeggiarlo il potere e, a limite, farci dimenticare questa triste sorte a cui siamo sottomessi.
“La satira (dal latino satura lanx: il vassoio riempito di primizie in offerta agli dei) è un genere della letteratura, delle arti e, più in generale, di comunicazione, caratterizzata dall’attenzione critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.”
Persino i greci si scompisciavano dalle risate:
“Sin dall’Antica Grecia la satira ha sempre avuto una fortissima impronta politica, occupandosi degli eventi di stretta attualità per la città (la polis), e avendo una notevole influenza sull’opinione pubblica ateniese, proprio a ridosso delle elezioni. Per questo motivo, è sempre stata soggetta a violenti attacchi da parte dei potenti dell’epoca, come nel caso del demagogo Cleone contro il poeta comico Aristofane”.
E la domanda che mi pongo da alcune ore è: ma il simpatico vignettista del Fatto che per prendere in giro Renzi ha offeso gli abruzzesi, che tipo di vassoio ha offerto agli Dei?
Dov’è in questa vignetta “la critica alla politica e alla società” e dove mostra e propone, sempre la vignetta,“le contraddizioni e il cambiamento”?
Nella vignetta di Natangelo, pubblicata da ‘il Fatto Quotidiano’, si vede Renzi che piange e dice: “Abbiamo perso un voto. Forse gli altri 28 erano del movimento 5 stelle, ma chi può dirlo”.
Simpatica, vero? Anche no. Ma forse noi ingenui, noi popolo poco intelligente, non siamo in grado di comprendere le metodiche satiriche dalla “Combriccola del Fatto” e, quindi, assolutamente non possiamo permetterci di commentare il genio.
Vabbè.
Vuoi vedere che Natangelo si è sentito come il comico Aristofane alle prese con Cleone? Sicuramente. E siamo stupidi noi che non ci siamo arrivati prima. Cleone era figlio di Cleneto e apparteneva, per nascita, alla classe media.
“Dal momento che deteneva l’attività di conciatore di pelli finché, poco dopo la morte di Pericle, non salì alla ribalta come leader del partito popolare radicale che più di tutti era fautore di una politica bellicosa e anti-spartana.”
Cleone era considerato un demagogo corrotto e privo di scrupoli. E dunque, se tanto mi dà tanto, il Cleone ‘brutto sporco e cattivo’ dei nostri giorni chi è? Ovviamente Renzi. E come si fa ad attaccarlo? Ovviamente utilizzando i morti di Rigopiano miscelandoli in satira. Per Natangelo però le cose sono chiare:
Renzi “usa i morti per la propaganda politica”. Addirittura? Sì, addirittura.
L’ex premier durante il suo discorso all’assemblea degli amministratori locali del 28 gennaio a Rimini, si è ‘permesso’ di aprire il suo intervento esprimendo vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto e dalla slavina di Rigopiano. Quindi ha ritenuto opportuno salutare, con parole di riguardo, la giovane Jessica Tinari, 25enne di Vasto deceduta nell’hotel Rigopiano e attivista del gruppo “Giovani Democratici”. Un gesto quello di Renzi, fatto per ricordare un componente della famiglia. Un gesto scontato, personale, umano se vogliamo. Ma per Natangelo e tutta la combriccola del Fatto non è così, tanto che il satiro ‘satirizza’ alludendo alla scomparsa della giovane come alla perdita di un voto per il Pd.
“Caro Natangelo, noi ci rivolgiamo direttamente a te.Vorremmo solo precisare che con Jessica non abbiamo perso un voto, ma un volto: una compagna che tutti i giorni dedicava un pezzetto della propria vita a un’idea”.
Così i Giovani democratici rispondono alla vignetta. Ma i Giovani non sanno che, alla fine, per Natangelo è tutta questione di ‘ossessione’ nei confronti della sinistra. Natangelo, ad esempio, è autore di capolavori come ““Napolitano! Sesso Moniti e Rock’n’roll”.
Ora, è giusto prendersela con un satiro ossessionato dal Pd e dal Cleone-Renzi?