Correva l’anno 2007 quando i carabinieri della compagnia di Vasto e del comando provinciale di Chieti, scoperchiarono una presunta organizzazione criminale specializzata in estorsione, ricettazione, usura e riciclaggio.
di Antonio Del Furbo
Ad essere arrestate oltre venti persone tra Abruzzo, Molise, Puglia, Lombardia ed Emilia Romagna. L’inchiesta partì a seguito di un attentato ai danni dell’imprenditore edile di Vasto, Michele Iacobucci. Un’inchiesta molto pericolosa portata avanti dal Pm Annarita Mantini costretta per lungo tempo a lavorare sotto scorta e che portò alla luce i legami tra le famiglie rom e un esponente della ’ndrangheta calabrese.
A dieci anni esatti dali arresti, nel dicembre scorso, è arrivata la sentenza per i 20 imputati: per undici le accuse sono andate in prescrizione, quattro sono stati assolti perché il fatto non sussiste.
La zone del vastese, all’epoca, era sotto scacco della criminalità con sparatorie, esplosioni e minacce. Grazie alla testimonianza di una vittima partì il maxi processo “Histonium” che, con due filoni di indagini, fece luce sulla organizzazione malavitosa.
Quarantuno i testimoni che sfilarono in “Histonium” e “Histonium 2”.
L’organizzazione malavitosa, come abbiamo più volte raccontato, è ben radicata a Vasto tant’è che parlammo di “quinta mafia”.
E tra le vicende succedutesi nel vastese ricordiamo, anche, il sequestro e la confisca con passaggio del bene nella disponibilità dello Stato della villa di via dei Bontempi in località Incoronata. Non una villa qualsiasi ma bensì un immobile appartenenete ai coniugi di etnia rom Carmine Bevilacqua e Lucia Sauchella, arrestati con l’accusa di traffico di droga.
A disporre il sequestro l’allora procuratore capo Francesco Prete. Un immobile su tre livelli, di circa 600 metri quadrati, con un valore di ben 1,2 milioni di euro. “Il sequestro preventivo, prodromico alla confisca – spiegò il capitano Mennitti – è stato possibile in forza della speciale normativa antimafia che trova applicazione anche per soggetti implicati in procedimenti peanli in materie di sostanze stupefacenti”.
E, oggi, quell’inchiesta torna d’attualità in quanto la villa, che doveva essere destinata a una funzione sociale come casa di accoglienza per minori con disagio, è ancora lì senza assegnazione. Sono passati otto anni e il Comune di Vasto pare scegliere il silenzio sulla vicenda.
“È incomprensibile il silenzio dell’amministrazione Menna sulla villa di via dei Bontempi” spiega il consigliere comunale della Lega, Davide D’Alessandro.
“Dapprima pensata come centro di accoglienza per minori, dopo due gare andate deserte per mancanza di offerte, l’amministrazione, a gennaio scorso, ha virato verso il nulla, lasciando ancora una volta sospeso il destino di un edificio strategico” ha aggiunto ancora il consigliere.
A farne richiesta, nel 2013, anche Stefano Moretti, dell”Osservatorio Antimafia’, e Riccardo Alinovi, dell’associazione ‘Codici’, quando il sindaco era Luciano Lapenna. I due contattarono anche il vice Questore di Vasto Cesare Ciammaichella con cui, però, non sono mai riusciti a mettersi in contatto.
Dopo due gare andate deserte per mancanza di offerte, l’amministrazione comunale non ancora si decide sulla destinazione d’uso dell’immobile.
Per caso qualcuno ha paura?