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Il piccolo Massimiliano ha perso la sua prima battaglia. I padre ha già presentato opposizione alla decisione del giudice.

Stefano Moretti, il papà del bimbo di Vasto, ricorda come andarono le cose:”martedì 10 giugno dell’anno scorso portai mio figlio di due anni in spiaggia. Il bambino fece il bagnetto e, dopo un po’, tornammo a casa. Il giorno successivo cominciò a stare male tanto con tanto di febbre alta e forti scariche diarroiche”. Per la famiglia Moretti iniziò un calvario lunghissimo. Il piccolo fu ricoverato presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Lanciano. In un primo momento i medici furono tutti concordi nell’affermare che la responsabilità era attribuibile all’acqua del mare inquinata. Il piccolo ebbe una grave “Sepsi”, un’infezione batterica con un tasso di mortalità cinque volte superiore all’ictus e dieci volte all’infarto. 

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Moretti presentò un esposto alla procura della Repubblica di Larino che successivamente trasferì il fascicolo alla Procura di Vasto. Secondo lui, le responsabilità erano da ricercare nella politica e nel lassismo di alcuni enti preposti al controllo. Una situazione, quella dell’inquinamento del fiume Trigno, molto conosciuta visto che il ministero dell’Ambiente, già nel 2013, intervenne sul grave degrado. E a novembre scorso il Corpo Forestale dello Stato accertò la presenza di 34 scarichi controllati, di cui 4 comunali, due scarichi a cielo aperto e 28 aziendali. Tra tutti vennero alla luce 18 illeciti amministrativi accertati (per scarichi non autorizzati, scarichi fuori tabella, derivazioni e scavo pozzi abusivi)

Nel caso di Massimiliano, però, per la Procura di Vasto non ci sono elementi per procedere.

ZdO

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