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Dure le parole del Giudice per le indagini preliminari:“non è stata svolta esaustiva attività di indagine”.

 

LA STORIA

Fiume Trigno inquinato: bimbo infettato da salmonella

Il papà:“Gravi responsabilità degli Enti locali”. Depositato esposto penale in procura

La Procura archivia il caso del bimbo finito in ospedale dopo il bagno al mare

Dunque, il piccolo Massimiliano, a un anno dal tragico incidente in cui è capitato, torna a sperare.

“Martedì 10 giugno ho portato mio figlio di due anni in spiaggia” raccontò all’epoca dei fatti Stefano Moretti, il padre del piccolo. Da quel momento il calvario:”Il bambino ha fatto il bagnetto ed è tornato a casa. Il giorno successivo ha cominciato a stare male tanto che è arrivata la febbre e la mattina seguente forti scariche diarroiche”.

Analisi effettuate in quei giornicertificarono che tutto il canale di scolo era altamente inquinato fino alla battigia da batteri fecali quali Escherichia Coli, Streptococchi fecali ed enterococchi. Per questo Moretti depositò un esposto penale alla Procura della Repubblica di Larino che successivamente trasferì il fascicolo alla Procura della Repubblica di Vasto. Ma, nonostante il Ministero dell’Ambiente nel 2013 fosse già intervenuto sul degrado del fiume Trigno, chiarendo che gli organi preposti non avrebbero provveduto alla potabilizzazione delle acque, il Pubblico Ministero presentò richiesta di archiviazione della denuncia di Moretti.

Il Giudice per le indagini preliminari Caterina Salusti, però, esaminata la richiesta del pm e letto l’atto di opposizione presentato dallo stesso Moretti, ha dato ragione al papà del piccolo Massimiliano, assistito dagli avvocati Marisa Berarducci e Domenico Frattura, in quanto:“non è stata svolta esaustiva attività di indagine al fine di accertare la fondatezza del fatto di reato oggetto del presente procedimento penale”. A questo punto per il Giudice è necessario:”tempestivamente effettuare nuovi ed approfonditi e reiterati analisi ed accertamenti tecnici – nelle successive settimane dal momento che si è nel pieno della stagione estiva – al fine di verificare lo stato di inquinamento delle acque locali, in diverse localizzazioni ove avviene la balneazione”.

E nell’ordinanza si legge una richiesta specifica anche per accertare:lo stato del sistema fognario del Comune di Vasto ed eventuali omissioni degli organi amministrativi competenti”.

Ora si attende chiarezza visto che anche il Corpo Forestale dello Stato a novembre dello scorso anno aveva rilevato “18 gli illeciti amministrativi accertati (per scarichi non autorizzati, scarichi fuori tabella, derivazioni e scavo pozzi abusivi)” sul fiume Trigno”. Furono 8 le comunicazioni di notizia di reato inoltrate alla Procura della Repubblica di Vasto a carico dell’Ente gestore degli impianti (per scarichi su suolo, scarichi di acque industriali non autorizzati, danneggiamento aggravato di acque pubbliche, getto pericoloso di cose, danneggiamento beni paesaggistici, stoccaggio abusivo di fanghi settici e stoccaggio abusivo di rifiuti liquidi).

E a luglio di quest’anno Goletta verde di Legambiente ha confermato che il:“risultato il campionamento eseguito alla spiaggia di Baia a sud di Termoli (effettuato a 50 metri a nord del canale Rio Vivo)” ha rilevato un forte inquinamento così come è inquinato “la foce del fiume Trigno a Montenero di Bisaccia”.  

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