La variante Delta (B.1.617.2), identificata per la prima volta in India nell’ottobre 2020, è stata una delle più resistenti durante la pandemia di Covid-19, diffondendosi rapidamente in oltre 85 paesi.
Variante KP.2 del Covid-19 arriva in Italia: aumentano i casi e le preoccupazioni. Ora, una nuova variante chiamata KP.2 ha fatto il suo ingresso in Italia, dopo aver già creato preoccupazione negli Stati Uniti. Questa nuova variante suscita molta curiosità e apprensione tra gli esperti, poiché le ricerche in corso indicano che potrebbe non rispondere ai vaccini esistenti. Tuttavia, alcuni scienziati suggeriscono che chi è già stato infettato dalla variante JN.1 potrebbe avere una certa protezione.
L’epidemiologo Massimo Ciccozzi, che ha condotto uno studio sulla KP.2, sostiene che la variante non sarà più virulenta della JN.1 a causa del principio di adattamento. Ciccozzi spiega: “Essendo successiva alla precedente JN.1, non diventerà mai più virulenta per un principio di adattamento. Quindi non elude i vaccini”. Intanto, i casi di Covid-19 in Italia mostrano un leggero aumento.
Aumento dei casi di Covid-19 in Italia
L’ultimo bollettino del Ministero della Salute italiano registra un aumento dei nuovi casi di Covid-19 nella settimana dal 9 al 15 maggio, con 923 nuovi casi rispetto ai 627 della settimana precedente. Anche il numero dei decessi è aumentato, passando da 9 a 17. Il tasso di positività è salito dallo 0,8% all’1%. Il monitoraggio settimanale dell’8 maggio indica che l’incidenza di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 in Italia rimane invariata, mentre l’impatto sugli ospedali è stabile e limitato. La variante JN.1 continua a predominare in Italia, come in altri paesi, con un indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi ospedalizzati che risulta sotto la soglia epidemica a 0,94, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (0,84).
Mutazioni sotto osservazione
Negli Stati Uniti, la variante KP.2 è motivo di preoccupazione, causando un caso di Covid-19 su quattro. “Gli americani si stanno preoccupando per questa ultima variante che deriva da JN.1”, conferma Ciccozzi. La KP.2 presenta tre mutazioni di interesse, ma Ciccozzi rassicura che non è più immunoevasiva o pericolosa delle altre varianti, sebbene una delle mutazioni sia nel sito 455, una ‘flip mutation’ che destabilizza la struttura della proteina. “Ricorda la variante Delta, ma manca una mutazione sul sito successivo e non è così aggressiva come lo è stata la Delta”, aggiunge.
Lo studio italiano
Ciccozzi rassicura che, secondo il suo studio, la KP.2 non presenta rischi di maggiore virulenza o evasione del sistema immunitario. “Tenderà a sostituire le varianti precedenti, ma la fitness evolutiva non equivale alla fitness di contagiosità”, spiega. “Un esempio è Ebola, che non si è evoluto perché, nonostante la sua alta contagiosità e virulenza, uccideva quasi tutti gli ospiti. Questo non è il caso di SARS-CoV-2. Quindi, se aumenta la capacità di adattarsi, diminuisce la gravità della malattia. È comunque importante monitorare il virus senza creare inutili allarmismi”.
La nuova famiglia di varianti
Negli Stati Uniti, si sta osservando la circolazione di una nuova famiglia di varianti chiamate “FLiRT”, derivate dalla JN.1 e appartenenti al lignaggio Omicron. Le varianti FLiRT, inclusa la KP.2, presentano mutazioni che potrebbero rendere il virus più capace di schivare la protezione immunitaria offerta dai vaccini. Due studi preliminari dal Giappone e dalla Cina suggeriscono che le varianti FLiRT potrebbero essere più abili nell’evadere la protezione vaccinale rispetto alla JN.1. Nonostante ciò, i vaccini restano una valida opzione per prevenire ricoveri e decessi legati al Covid-19.
L’OMS ha raccomandato di basare le future formulazioni vaccinali sul ceppo JN.1, prevedendo che il virus continuerà a evolvere da questa variante. L’ultimo booster vaccinale era basato su un ceppo più vecchio, XBB.1.5, e necessita di un aggiornamento.
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