Anni vissuti nell’occhio del Grande Fratello. Come Casalino vuole. Come Casalino impone. E il governo è diventato un cabaret televisivo. Come Casalino desiderava.
“Capisco che nella cultura del Grande Fratello è difficile da accettare, ma i testi di legge non sono post, i decreti non sono tweet, una riforma non è una storia su Instagram”.
A ribadirlo – con estrema efficacia – Matteo Renzi il giorno in cui ha ritirato la sua delegazione e al colloquio con Mattarella: “Questa non è una saga, non è una fiction, non siamo al Grande Fratello”.
A parlar male di Casalino è anche qualcuno del giglio magico grillino.
“La prima vittima di Casalino si chiama Conte, mi auguro che qualunque sia il governo che verrà avrà nuovi equilibri”. Gli eccessi del “ministro della propaganda” – riporta Il Giornale – hanno giocato un ruolo centrale nello sfaldamento del Conte bis anche per il senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari. “La crisi che stiamo vivendo è il segnale di uno Stato che non ci sta più ad essere governato da due mister nessuno, ridiamo la parola agli elettori e consegnamo all’oblio il duo inscindibile Conte-Casalino”.
Casalino porta a casa quasi 170mila euro, il doppio del premier Conte. I costi di Palazzo Chigi
Casalino ha piegato la politica alle esigenze comunicative: come dimenticare i Dpcm annunciati a tarda sera solo per far crescere la pagina del premier? Un montato insomma che si è permesso di dire a Renzi – entrando quindi in un terreno non di sua competenza – che lo avrebbe asfaltato. Casalino non si limita al maquillage facciale di Conte ma affonda la sua presenza anche nelle dinamiche politiche.
“Casalino è inviso a tutti i politici poiché, svilendone l’essenza, realizza l’ammonimento dell’eterno Nietzsche: Se guardi l’abisso, l’abisso guarderà te, spiega al Giornale Guerino Nuccio Bovalino, docente di Immaginari dell’era digitale all’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria.
L’abisso sono i media. Ormai non è più la politica a servirsi dei media ma questi ultimi a plasmare e addirittura determinare ciò che è la politica. “Casalino è l’apocalissi della politica perché – continua il docente – rivela il tramonto definitivo delle istituzioni tradizionali, sostituite da una forma di spettacolarizzazione della gestione del potere dove il ruolo principale verrà occupato sempre di più dai creativi che oscureranno politici di professione e partiti. È una nuova élite che va affermandosi, quella dei media manager”.
“Zuckerberg ha di recente affermato che ciò che fu Atene per la democrazia, Facebook deve esserlo per la democrazia nell’era digitale.