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Duri a morire, quelli del Comitato “Cast”, che hanno dichiarato guerra a Terna S.p.a. e stanno organizzando una serie di incontri mirati nei Comuni abruzzesi che saranno attraversati dall’elettrodotto Villanova-Gissi, la cui realizzazione è stata affidata proprio a Terna. Filetto, in questo momento, rappresenta una sorta di crocevia, perché lo scorso 16 giugno i tecnici della società sono venuti proprio qui a incontrare la cittadinanza per illustrare il progetto, risultando però poco convincenti. 

A riprova di ciò, c’è il fatto che domenica sera è stata organizzata un’altra riunione, questa volta con i soli componenti del “No Elettrodotto”, per spiegare meglio al “popolo” in cosa consisterà l’opera tanto contestata. Va ricordato che ogni paese sta ricevendo una somma in cambio del passaggio dell’elettrodotto, e nello specifico il Comune di Filetto ha riscosso ben 895.000 euro, che serviranno per riqualificare strade, aree ed edifici comunali. All’appuntamento dell’altro ieri, svoltosi presso l’ex Sepolcro, hanno preso parte i giovani Maria Paola Di Sebastiano e Marco Damiani, nonché il perito Antonio Di Pasquale, che ha trascinato la vicenda in tribunale, e Antonella La Morgia. presidente del Cast. 

 

IL PAESAGGIO ELETTRICO

 

Maria Paola Di Sebastiano è una ragazza che ha indirizzato i propri studi nel campo medico; non è un caso se, durante il suo intervento, abbia insistito su quelli che saranno i rischi derivanti dall’esposizione cronica alle onde elettromagnetiche: si parla di tumori, disturbi del ritmo circadiano e complicazioni varie, come ad esempio il fatto che i campi Elf provocano una resistenza al tamoxifene, famoso farmaco antitumorale che viene usato spesso per la lotta contro il cancro al seno. Scusateci se è poco. 

 

In riferimento all’impatto dell’elettrodotto sul territorio di Filetto, la Di Sebastiano ha dichiarato senza mezze misure che “si prospetterà un paesaggio ‘elettrico’; Filetto, celebre per le sue bellezze paesaggistiche, perderà tutto quanto, una volta che l’elettrodotto sarà stato realizzato”. Secondo Di Sebastiano, gli stranieri che si recano in Abruzzo (e a Filetto) per acquistare un immobile o avviare un’attività imprenditoriale faranno i bagagli e torneranno indietro dopo aver visto i tralicci, perchè “queste cose già ce le hanno a casa loro e, dunque, non vogliono ritrovarsele da un’altra parte. Anzi, è proprio per questo motivo che cercano luoghi dove la natura sia incontaminata. Anche io, che volevo comprare un terreno da queste parti, ci ho dovuto ripensare in attesa di vedere cosa succederà”. Filetto, sempre secondo Maria Paola, sarà uno dei Comuni più martoriati dal passaggio dell’elettrodotto, con 6.8km di linea lungo 13 km quadrati di superficie.

 

 

DAMIANI: “NON CI SARANNO BENEFICI PER I CITTADINI”

 

Si è mostrato pessimista anche Marco Damiani, che nella vita si occupa di energia e quindi conosce bene la tematica in questione: secondo Damiani, innanzitutto si palesa una speculazione economica, dal momento che, sia per la crisi sia per l’impiego delle energie rinnovabili, il consumo-richiesta di energia elettrica è sceso, e quindi non si capisce che bisogno ci sia di incrementare l’offerta quando si potrebbe tranquillamente fare a meno di tutto ciò. Le conseguenze, ha ammonito Damiani, saranno catastrofiche, in quanto condurranno all’abbandono dei terreni, alla svalutazione degli appezzamenti e, come detto, al danneggiamento della salute. “Insomma – ha concluso – non ci sarà alcun beneficio per i cittadini”. 

 

C’è poi un altro punto da sottolineare, ed è Di Pasquale a farcelo notare: i tecnici di Terna, nel “famigerato” incontro del 16 giugno, non hanno fornito risposte plausibili “perché hanno sostenuto che l’iter autorizzativo sia stato curato da Abruzzo Energia. Hanno fatto a scaricabarile, lavandosene le mani: secondo loro la mancata concertazione, ad esempio, sarebbe stata colpa di Abruzzo Energia, non di Terna”. 

 

LA CONFLITTUALITA’ SOCIALE SECONDO ANTONELLA

 

Già, la mancata concertazione. Su questo aspetto si è espressa meglio Antonella La Morgia, che ha citato un protocollo d’intesa siglato nel 2007 tra Terna e Regione Abruzzo: secondo questo documento, le decisioni in materia ambientale devono essere prese in accordo (appunto, “in concerto”) con il territorio, altrimenti si genera una “conflittualità sociale” e il progetto può rischiare di essere sospeso. In attesa di coinvolgere “Super Luciano” D’Alfonso anche su tale argomento, La Morgia si è rivolta ai proprietari terrieri che vengono invitati dai tecnici di Abruzzo Energia a firmare per dare il loro “lasciapassare” ai tralicci, ribadendo che non devono assolutamente farlo, anche perché chi ingenuamente ha accettato la transazione ora non può più tornare indietro. Per bloccare l’iter, di conseguenza, bisogna quantomeno cercare di rallentare i tempi. “Troppo spesso c’è un’informazione di parte”, ha lamentato La Morgia. “Eppure non dobbiamo dimenticare che regioni come la Toscana e le Marche hanno detto di no a Terna, considerando inattuali le richieste di realizzazione di un impianto ad alta tensione”.

 

PROGETTI PER IL FUTURO

 

Ora è già tempo di pensare al domani. Di Pasquale, da noi interpellato, ci ha annunciato quali saranno i “progetti per il futuro” di questi battaglieri cittadini: la prima mossa sarà quella di chiedere l’annullamento in autotutela degli accordi stipulati tra Abruzzo Energia e i Comuni, provando sostanzialmente a invalidare tutto per poter ripartire da capo. E poi resta in piedi il fattore giudiziario: a Lanciano c’è un processo, la cui ultima udienza in ordine di tempo si è tenuta a fine aprile, ancora aperto per l’accusa di falso in atto pubblico, dopo che il procedimento per omissione in atti d’ufficio è stato archiviato. Il riferimento è agli avvisi dell’elettrodotto che i Comuni, per legge, dovevano obbligatoriamente pubblicare, mentre Di Pasquale è riuscito a dimostrare che non erano stati affissi. Si parla di possibile falso in atto pubblico in quanto è stato asserito mendacemente che gli atti fossero stati pubblicati, mentre nel secondo caso non si è riusciti a dimostrare che l’omissione (comunque avvenuta) fosse stata fatta con dolo. Di conseguenza, quest’ultima accusa è caduta. L’ultimo step è il ricorso (già partito) al Tar del Lazio: se verrà dimostrato che l’iter procedimentale di autorizzazione dell’elettrodotto è viziato, l’autorizzazione dovrà essere annullata. Chi vivrà, vedrà.

 

ZdO

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