Riflessione semi-seria sul sindaco da curva sud
Quando abbiamo deciso di avviare questo progetto editoriale non avremmo mai immaginato di avere così tanta roba pronta per essere cucinata e servita ai nostri lettori. Mai e poi mai avremmo potuto pensare che ci saremmo buttati per terra dal ridere sentendo un sindaco pronunciare, nei confronti di un allenatore di calcio, frasi più o meno riconducibili ad una qualche forma di discriminazione razziale. Non vorremmo scomodare Hitler o Mussolini per il semplice fatto che se si sentissero accostati alla figura del primo cittadino teatino si rivolterebbero nella tomba. Probabilmente quando Di Primio, in diretta su rete 8, ha detto di Zeman che è un Rom molti oltranzisti di destra hanno stappato qualche bottiglia di spumante per un nuovo camerata ritrovato e molti invece, come noi ad esempio, si sono fatti una bella risata. In effetti conoscendo quel gran burlone del sindaco non abbiamo pensato per un attimo che potesse stare a dire una cosa seria tantomeno una cosa razzista. Umberto lo sappiamo è un giocherellone, ama la battuta durante le conferenze stampa e rappresenta, nel nostro immaginario, l’amicone che attendi al bar per l’aperitivo e che quando arriva si aspetta la solita pacca sulla spalla. Il cosiddetto “fascista” definito dai quattro “compagni” consiglieri (d’opposizione?) chietini non è altro che un uomo attaccato alla sua città, forse un po’ campanilista e un gran tifoso della squadra del cuore: il Chieti. Tutto qui. Ed ora secondo voi il politico Di Primio avrebbe potuto pensare che una frase pronunciata lì tra amici, in una cantina anni cinquanta con tanto di “ragazzo” a servire pietanze soporifere e in cui mancavano solo bottiglie di vino, avesse potuto avere una così grande risonanza, addirittura a livello nazionale? Secondo noi no. Umberto ha semplicemente tirato fuori la sua anima calcistica e campanilistica nei confronti del Pescara di Zeman e vomitato frasi prive di senso come quella che ha riposto per il mister. A questo punto la questione finirebbe qui se solo Umberto fosse un semplice cittadino ma purtroppo non lo è ed infatti le ultime elezioni lo hanno incoronato sindaco e quindi responsabile politico e amministrativo di una città come Chieti. Un primo cittadino deve saper amministrare la cosa pubblica e non scadere in slang da curva sud. Deve pensare al bene dei concittadini armonizzando al massimo la loro vita grazie anche a scelte politiche di lungo respiro (vedi ad esempio il premio Prisco). Che senso ha dichiarare di rifiutare di consegnare il premio a Zeman? E’ una scelta di un sindaco all’avanguardia? Non vorremmo che Di Primio, per puri fini elettoralistici, abbia cavalcato l’onda di quattro imbecilli che hanno imbrattato i muri di Chieti scrivendo che non vogliono Zeman nella loro città.
Secondo noi il sindaco non è un razzista ma forse un uomo poco attento allo stile!
di Lamanda Adire