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Ucraina Russia: ecco cosa può portare la guerra in Italia

Ucraina Russia: ecco cosa può portare la guerra in Italia

La guerra scatenata dalla Russia all'Ucraina porterà conseguenze anche in Italia. Si tratta di capire, intanto, quali saranno le basi militari coinvolte.

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Cosa può accadere ora in Italia? Quali le conseguenze sui nostri militari?

Ci sono almeno quattro fronti che coinvolgono l’Italia dopo la decisione della Russia di invadere l’Ucraina. E riguardano le conseguenze pratiche che la guerra può avere per i cittadini e per i militari italiani.

Un pilota italiano durante una missione Nato nei Paesi Baltici, in Lituania, in una foto d’archivio (Ap)

di Federico Fubini e Fiorenza Sarzanini24 feb 2022

Quali sono le conseguenze sui nostri militari? Le basi Nato in Italia sono coinvolte nelle operazioni? Quali saranno le conseguenze sul versante dei profughi e su quello dell’impatto delle sanzioni? Il rischio blocco delle merci

Ci sono almeno quattro fronti che coinvolgono l’Italia dopo la decisione della Russia di invadere l’Ucraina. E vanno oltre il ruolo diplomatico che il nostro Paese può svolgere al fianco dell’Unione Europea e della Nato. Perché riguardano le conseguenze pratiche che la guerra può avere per i cittadini e per i militari italiani.

I militari italiani e la guerra in Ucraina


Per un’eventuale coinvolgimento nelle operazioni della Nato serve un voto del Parlamento che autorizzi la missione. Il contingente andrebbe comunque a rafforzare le truppe già dispiegate in Lettonia e Bulgaria e parteciperebbe alla missione della Nato.

Il premier Mario Draghi, parlando nella giornata di giovedì, ha detto che
“con gli Alleati della Nato ci stiamo coordinando per potenziare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco Est dell’Alleanza e stiamo rafforzando il nostro già rilevante contributo allo spiegamento militare in tutti i Paesi Alleati più direttamente esposti”.
Le basi Nato in Italia coinvolte

Le basi Nato in territorio italiano — Vicenza e Sigonella — sono già pienamente operative.

Mercoledì 23 febbraio la 173rd Airborne Brigade ha comunicato che “circa 800 soldati della 173/a brigata aviotrasportata Usaf di stanza a Vicenza sono in partenza per la Lettonia, dove saranno dispiegati per rafforzare le capacità difensive dell’alleanza Nato, in seguito al peggioramento della crisi tra Russia e Ucraina”.

Sigonella, pur essendo una struttura “non avanzata” in relazione allo scenario attuale, da giorni vede partire diversi droni “Global Hawk” per la sorveglianza dell’aria interessata crisi internazionale in atto.

Le bollette e l’aumento in due mesi

Il prezzo del gas naturale in Europa si è impennato del 30,5% in poche ore dall’attacco russo su Kiev e le altre città ucraine, salgono molto tutte le materie prime e il petrolio Brent a 104 dollari supera un’altra soglia psicologica.

Gli scenari di guerra fanno prefigurare un’accelerazione dell’inflazione. E si può prevedere che nel giro di due mesi salirà in maniera considerevole il prezzo delle forniture di gas e quindi le bollette.

Il crollo delle Borse

Molto giù tutte le principali piazze azionarie alla notizia dell’attacco all’Ucraina. Poco prima delle 11 di mattina Londra perde il 2,5%, Francoforte perde il 3,5%, Parigi il 3,1% e Piazza Affari quasi il 3,9%.

Molto peggio naturalmente la Borsa di Mosca che arriva a crollare del 45% con il rublo che sprofonda in previsione di nuove sanzioni in arrivo contro la Russia.

I profughi in arrivo dall’Ucraina

Ricongiungimenti familiari tra gli ucraini che già si trovano in Italia e i loro parenti che sono invece in patria: è questa l’emergenza che potrebbe coinvolgere nei prossimi giorni il Viminale.

Il blocco dei Tir e la distribuzione delle merci

Le Regioni chiedono al governo di intervenire con urgenza per scongiurare il blocco degli approvvigionamenti. Lo dice in maniera netta il presidente della Conferenza e governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Feriga: “La situazione che si sta determinando a seguito dell’aumento delle tariffe dell’energia elettrica e del rincaro dei carburanti sta diventando preoccupante anche in relazione alle proteste degli autotrasportatori. C’è il rischio di possibili blocchi di approvvigionamento e di circolazione delle merci, in particolar modo nelle Regioni del Mezzogiorno. Chiediamo che il Governo attivi al più presto su questi temi un tavolo di confronto con le Regioni coinvolte”.

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