Il modus operandi della truffa sui fondi del Pnrr si sviluppava attraverso diversi passaggi.
Truffa fondi Pnrr. Inizialmente, si procedeva alla creazione di bilanci falsi di società reali al fine di soddisfare i requisiti necessari per partecipare ai bandi. Successivamente, venivano presentati progetti di internazionalizzazione aziendale per ingenti somme di denaro, da finanziare con i fondi del Pnrr assegnati dalla Simest, società affiliata alla Cassa Depositi e Prestiti, incassando subito il 50% del finanziamento e trasferendolo immediatamente su conti esteri per renderlo irrintracciabile. Infine, i fondi venivano dissipati attraverso spese lussuose, investimenti e reinvestimenti in altre truffe.
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L’operazione ha coinvolto 22 individui, di cui due leader del gruppo, che sono stati arrestati dalle autorità competenti. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati beni di lusso, tra cui appartamenti, ville, orologi e automobili. L’accusa è di aver orchestrato un’associazione a delinquere con la complicità di diversi professionisti, tra cui commercialisti e un notaio, per eludere i controlli italiani ed europei.
La truffa è stata resa possibile anche grazie all’utilizzo di reti VPN e tecnologie avanzate di intelligenza artificiale.
Il gruppo criminale ha utilizzato vecchie SIM e reti VPN per mascherare le loro posizioni e bucare i sistemi di controllo della Simest. Inoltre, hanno impiegato software sofisticati, implementati con intelligenza artificiale, per falsificare i documenti necessari per richiedere i finanziamenti.
Attualmente, sono stati bloccati 17 milioni di euro destinati a 80 imprese, su un totale di 2,7 miliardi di euro deliberati per sostenere 6.900 aziende italiane.