La destra che “lo schioffo delle elezioni regionali non è dipeso da noi” si è ritrovato nel piccolo centro frentano a discutere di programmi e, soprattutto, di futuro. “Bella gente, bella situazione” direbbe qualcuno. E per l’occasione sono piombati da Roma anche i falchetti della Santanchè.
Un appuntamento ghiottissimo e a cui non potevo mancare. La mia missione era quella di ascoltare e capire i messaggi che sarebbero arrivati dall’ala dura della destra regionale, quella dei Di Stefano e dei Febbo per intenderci. Non mi sarei perso per nulla al mondo un eventuale duello (bis) tra gli ex An e Nazario Pagano costretto a sentirsi le urla, un giorno sì e l’altro pure, di quelli che una volta militavano nel Fronte della Gioventù.
E poi, diciamoci la verità, al titolo del convegno nessuno avrebbe resistito:“Per un’Italia che ci crede”. A cosa? A chi? Domande che non sono tardate ad arrivare. Il nemico, giusto per ribadirlo ancora una volta se a qualcuno fosse sfuggito, è la magistratura. Anzi, parte della magistratura. Anzi, una piccolissima parte di quei giudici che hanno sconfitto Silvio Berlusconi con “processi politici”. Quindi l’affondo di Sebastiano Di Nunzio, Presidente club Forza Silvio, “noi siamo per una giustizia giusta e diciamo di far scontare le pene alternative al carcere”. Il Promoter (sì proprio promoter) di Azzurra Libertà Abruzzo è duro con lo Stato:”è nemico del cittadino quando invece dovrebbe essere un amico. Lo Stato non deve mettere le mani nelle tasche dei contribuenti ma rimetterci i soldi” ha sentenziato il promoter frentano.
Anche se il mio animo libertario gioiva nell’ascoltare un ‘non vecchio’ pronunciare tali parole contro gli storici oppressori della libertà individuale, non ho trovato nulla di nuovo per giustificare “il nuovo programma di Azzurra Libertà e la nuova politica del fare di Forza Italia” denominato “Giardino del Mondo”. Il “nuovo modo di pensare il sistema aggregativo forzista” con la volontà di “ricostruire l’identità di una nuova base sociale” lo si farà leggendo un testo fotocopia (recitato maluccio) del 1994?
Preoccupato più per lo stile che per i contenuti attendo fiducioso la svolta della serata. Finalmente arrivano dall’ingresso laterale, vestiti di tutto punto e tutti uguali, loro, i falchetti. Direttamente da Roma ed in taxi. Tra loro Andrea Zappacosta, Presidente Nazionale di Azzurra Libertà, che ha subito preso la parola affermando due concetti ‘nuovissimi’:”per noi i valori importanti sono libertà e democrazia”. Valori “che che ci ha insegnato Berlusconi”. E ti pareva. Poi una nota un po’ ‘acidina’ nei confronti di quelli (Pd e stampa al seguito vedi Espresso e Repubblica) che li hanno definiti ‘trash’:”noi le cose le facciamo, lavoriamo molto ed è per questo che siamo stati legittimati”. E ancora:”se si affrontano le battaglie con la convinzione e la sicurezza di stare dalla parte del giusto non bisogna tenere nulla”. Ed infine il messaggio religioso:”i punti dei programmi per noi sono sempre gli stessi: una scuola che guardi al futuro ed una Europa che sia veramente dei popoli. Questa è la parola di Silvio. Ed è la parola che abbiamo il dovere di professare”. A quel punto non è stato pronunciato l’Amen ma il pubblico ha voluto sottolineare il momento di raccoglimento con un applauso.
Nazario Pagano si è invece limitato a tenere un profilo basso e a dichiarare di essere disponibile all’idea di riaggregare tutte le forze del centrodestra. Peccato che all’evento mancassero tutti i big della passata amministrazione regionale: da Gianni Chiodi ad Alfredo Castiglione, da Emilio Nasuti (frentano doc) a Lorenzo Sospiri. Come si fa a ricostruire la destra se, ad esempio, l’ex governatore non era nemmeno stato invitato?
Il pezzo forte che attendevo però è arrivato alla fine quando Mauro Febbo ha tuonato contro tutto e tutti (o quasi). Il nemico numero uno il Pd:”Stanno occupando il parlamento, la giustizia. Non ci stanno lasciando niente” ha detto con la ‘tranquillità’ che lo contraddistingue l’ex assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo. “Napolitano dice cose che noi diciamo da venti anni e cioè che la riforma della giustizia è urgente. Ve l’immaginate se noi avessimo messo qualche sottosegretario al Csm?” ha aggiunto Febbo riferendosi a Giovanni Legnini nominato vice presidente del Consiglio superiore della magistratura. “Il movimento viola avrebbe occupato il parlamento”. Poi l’attacco all’attuale presidente della Regione, Luciano D’Alfonso:”l’altro giorno si è presentato in tribunale a Chieti al processo di Bussi perché voleva prendere la parola. Ovviamente non lo hanno fatto parlare. Che doveva dire? Uno dei suoi ha governato la Provincia di Pescara per dieci anni e non ha mai detto una sola parola sulla discarica di Bussi. Le Province sono un organo di controllo: perché Giuseppe De Dominicis non ha controllato?”.
A quei tempi, evidentemente, non c’erano gli Ufo.
Antonio Del Furbo