Agricoltori tedeschi sul piede di guerra a Berlino: da giorni sono scesi in piazza a centinaia di migliaia in tutto il paese armati di trattori, veicoli agricoli, striscioni e forconi, paralizzando il traffico su strade e autostrade.
Trattori e forconi. La protesta è diretta contro il governo federale e la politica dei tagli decisi anche per questa categoria produttiva. Il rischio è che possa portare il cancelliere Olaf Scholz sull’orlo di una crisi istituzionale.
Nell’ambito dei tagli aggiuntivi per far quadrare i conti per la finanziaria 2024 dopo la bocciatura da parte della corte costituzionale, il governo aveva deciso di mettere la forbice anche a una serie di agevolazioni fiscali di cui gode da anni la categoria degli agricoltori. Dopo le prime violente proteste, il governo ha fatto in parte marcia indietro ma anche così i sacrifici richiesti sono stati respinti dagli agricoltori che temono forti perdite economiche e paventano un progressivo declino della categoria, già in sofferenza dopo la pandemia, la crisi delle materie prime e le ripercussioni delle guerre in atto.
Il governo, per cercare di andare incontro agli agricoltori e smorzare la loro protesta, ha corretto la misura, diluendola nel tempo. Le agevolazioni fiscali sul diesel, in vigore da oltre 70 anni, verranno azzerate nell’arco di tre anni. Inizialmente era previsto invece che venissero cancellate di colpo. Nell’insieme si tratta per le aziende di un costo di circa 3.000 euro l’anno.
Nella protesta degli agricoltori si mischiano da giorni anche neonazisti e estremisti del partito di estrema destra AfD. Anche il vicecancelliere e ministro dell’Economia, il verde Robert Habeck ha messo in guardia contro il pericolo di infiltrazioni di estremisti che soffiano sul fuoco della protesta per far traballare il governo.