L’inchiesta della Procura di Firenze va avanti e dalle carte emergono dettagli riguardo il ruolo di imprenditori e uomini del Giglio magico. Tra questi proprio l’avvocato Alberto Bianchi era il personaggio più influente dell’area renziana.
Colui che, come racconta Repubblica, chiedeva durante cene riservate, centomila euro per avere un incontro riservato con Matteo Renzi. È una delle circostanze che emerge da carte giudiziarie e che raccontano come funzionavano le cose attorno a Open. Bianchi era uomo capace, nella sua doppia veste di avvocato e braccio destro di Renzi, di intromettersi in tre diversi dossier del ministero delle Infrastrutture, cercando di indirizzarli verso gli interessi del Gruppo Toto. Suo cliente e tra i maggiori finanziatori di Open.
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Il tariffario
La mail che gli inquirenti hanno trovato nel computer di Bianchi porta la data del 23 novembre 2013, avente oggetto “fondazione Big Bang”. Big Bang era l’embrione di Open. È firmata “Alberto” e “Marco”, cioè Alberto Bianchi e Marco Carrai, ed è inviata a potenziali finanziatori: Davide Serra, Vito Pertosa, Beniamino Gavio, Luigi Scordamaglia. Tutti facoltosi imprenditori. “La fondazione – scrivono i pm Luca Turco e Antonino Nastasi – ha necessità di reperire risorse e offre la possibilità di periodiche interlocuzioni con Renzi Matteo”. La comunicazione aveva lo scopo di richiedere “Supporto di 100 mila euro all’anno per cinque anni, sostegno di idee, suggerimenti, proposte per Matteo e per la Fondazione, interlocuzioni con Matteo sia dirette, sia tramite Alberto e Marco”. La mail viene scritta il giorno dopo una cena di supporto all’allora sindaco di Firenze, che di lì a due settimane sarebbe diventato segretario del Pd.
Il gruppo Toto
Il ruolo di Bianchi sconfinerebbe, secondo gli inquirenti, nel finanziamento illecito ai partiti e nel traffico di influenze. In questa partita appare il nome di Toto. Nel 2016 Bianchi viene chiamato dalla Toto Costruzioni, nonostante avesse già un altro avvocato, per risolvere un contenzioso con Autostrade per l’Italia. Si tratta della vicenda dei due lotti della variante di Valico, il cui costo si era rivelato superiore a quanto preventivato e per cui Toto Costruzioni batteva cassa. La prima mossa di Bianchi è quella di scrivere a Patrizio Donnini, imprenditore del settore Comunicazione e membro del Giglio Magico. A Donnini Bianchi parla non solo del contenzioso, ma anche di altre “pratiche concernenti i Toto”, un Gruppo che Donnini conosce bene visto che da questi ha incassato, negli ultimi anni, 4,3 milioni di euro.
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Il ruolo di Lotti
Bianchi “Nell’adempimento dell’incarico si rivolge anche a Carrai, il quale, a sua volta, interagisce con l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia”. L’avvocato tiene costantemente informato pure Luca Lotti, che in quel momento è sottosegretario alla Presidenza del consiglio e segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica. Di quell’accordo raggiunto tra Toto e Autostrade per l’Italia, gli inquirenti scrivono: “I soci del suo studio legale – si legge nel mandato di perquisizione – si sono accordati, in via eccezionale, affinché un terzo del compenso (750 mila euro) fosse corrisposto non alla associazione professionale, bensì all’avvocato Bianchi in proprio”.
Al Gruppo Toto va assicurato il sostegno da parte del Giglio Magico. Un’intenzione che è scritto in un appunto riservato, recuperato durante le perquisizioni. Bianchi comunica a Lotti di “aver avuto 750k sulla base dell’accordo con Toto e che riceverà altri 80k per l’accordo con la British American Tobacco (altro finanziatore di Open, ndr)”. Quindi lo informa di aver determinato “con l’aiuto di un commercialista” una cifra netta di 400 mila euro.
Le tre “intromissioni” di Bianchi
I pm sospettano che non si tratti di semplice fundraising per i fatti accaduti successivamente a quella dazione. Una vicenda classificata come “un’intromissione dell’avvocato Bianchi” nei percorsi normativi di tre importanti dossier sui tavoli del governo, tutti di grande interesse per il Gruppo “amico”, chiamato, dopo i terremoti dell’Aquila (2009) e di Amatrice (2016), a mettere in sicurezza antisismica le due autostrade A24 e A25. Un’operazione da 265 milioni di euro.
Fondi che in parte vengono trovati con la sospensione del pagamento dovuto ad Anas per il canone di concessione. Il secondo è il decreto Sud (giugno 2017), che vale, per i Toto, un contributo statale da 50 milioni di euro per quattro anni, dal 2021 al 2025. Sul terzo dossier i pm, nell’atto con cui dispongono la perquisizione dello studio di Bianchi, rimangono vaghi, sottolineando solo che riguarda “corrispettivi derivanti dai rapporti con i concessionari autostradali”.