Giuseppe Conte è chiaro: “Qualcuno ha espresso qualche dubbio” ma “la stragrande maggioranza dei presenti conferma la disponibilità ad abbracciare la novità del 2xMille”.
Il leader del M5S lo ha detto al termine dell’assemblea dei gruppi parlamentari 5 Stelle nel corso della quale è caduto uno degli ultimi mattoni su cui era nato il movimento: quello del finanziamento pubblico.
“Basta ipocrisie – avrebbe detto il leader – con il taglio degli eletti le risorse sono necessarie”. Conte ha aggiunto che per ratificare la svolta ci sarà comunque bisogno di una passaggio sul web per ascoltare gli iscritti.
La decisione dell’assemblea – tenuta sulla piattaforma digitale Zoom – “è un passaggio significativo, un passaggio che segna uno scarto rispetto al passato”, avrebbe commentato Giuseppe Conte, spiegando di ritenere “non solo opportuno ma necessario” il passaggio del voto degli iscritti perché “se i nostri iscritti ritengono che questa strada non sia percorribile neppure ci finanziano”. Non solo. Anche “dal punto di vista ideale e valoriale”, avrebbe aggiunto Conte, “direi che è giusto il passaggio sul web”. Il quesito, ha detto l’ex premier, sarà posto in votazione lunedì o martedì mattina e il verdetto degli iscritti sarà decisivo in un senso o nell’altro. “Cercherò di fare un quesito chiaro. Questa decisione – ha concluso Conte – spetta a me”.
Soldi pubblici
La questione del sostentamento delle attività del M5S è diventata impellente con la riduzione dei parlamentari aderenti ai gruppi parlamentari e anche per una certa quota di morosità contro la quale ha tuonato a fine assemblea il tesoriere del Movimento, Claudio Cominardi: i parlamentari che non versano i soldi delle restituzioni, ha detto, “stanno creando un danno all’associazione, questa cosa determina un problema”. “Se si mettono in regola il prima possibile è meglio per tutti – ha aggiunto Cominardi – . Inoltre, tutti coloro che intendono assumere un incarico nel Movimento devono essere in regola”.
Durante il dibattito sono arrivate anche voci di dissenso. Una di queste è stata quella dell’ex ministro Danilo Toninelli: “Sono contrario. Si tratta di soldi pubblici e noi che parliamo tanto di identità dovremmo ricordarci che la nostra identità si fonda sul fare politica senza gravare sulle casse dello stato. Non capisco neppure come se ne possa parlare”. Più pratico il deputato Davide Zanichelli: “Se lo facciamo per 300 mila euro c’è da capire se il gioco vale la candela”. Dubbiosi anche Laura Bottici, Alberto Airola e Vincenzo Presutto. Durante il dibattito è intervenuto anche Vito Crimi che ha posto diversi dubbi sullo stato patrimoniale del Movimento: “Non erano i banchetti degli attivisti a farci arrivare le risorse ma il blog di Grillo e la Casaleggio”.
Insomma, cade il tabù più importante del M5S.