Minacce e sputi alla tifoseria interista ma giornalisti, poliziotti, steward e digos non vedono nulla
Ebbene sì il campionato calcistico di serie A è ricominciato per la gioia di milioni di tifosi e ultrà italiani. In Abruzzo l’attesa è stata ancor più sentita visto che la squadra del Pescara, dopo anni, è tornata sui campi del campionato più importante. Non siamo qui, ovviamente, a fare la cronaca sportiva di quanto è accaduto domenica tra Pescara e Inter per due motivi molto importanti: il primo perché non capiamo assolutamente nulla di calcio; il secondo perché, in regione, esistono “fior fiori” di commentatori(?) sportivi che, oltre a non occupare un ruolo nella società a cui tutti siamo chiamati a dare un contributo, riescono, con la loro mediocrità, a rappresentare una realtà sportiva sempre e soltanto di “tifoso-ultrà”. Come potremmo scendere a tali livelli? Operazione alquanto improduttiva. Lo stesso Daniele Barone, pescarese e commentatore sportivo di Sky sport, fu insultato, durante una diretta allo stadio adriatico, per la sua imparzialità. Dunque è improponibile un duello Barone vs Occhiali con montatura rosa: il mercato sceglierebbe quest’ultimo. L’idea, semmai ne hanno una questi pseudo-giornalai sportivi, è quella di estremizzare il confronto e portare all’esasperazione il tifo sportivo. Cosicchè capita d’incontrare “teste di uova sode” nei locali lancianesi a sputare dialettismi e slogan tra gli applausi generali oppure incrociare cravatte color “cacca di cinghiale” nei lunghi corridoi di megalò. Se il livello “giornalistico-monnezzaro” è questo in Abruzzo non è così poi scontato che i tifosi siano fatti della stessa pasta di certi omuncoli caricature di loro stessi. Ebbene fin quando la lobby giornalistica sportiva deve apparire per dare notizie al limite del ridicolo inscenando falsi sondaggi con falsi commentatori e falsi tifosi è tutto a posto e li si vede nei luoghi più disparati con persone tra le più equivoche. Quando qualche giornalista deve essere sfamato, non mancano occasioni per organizzare feste e festini. Quando però il “cravattaro” (colui che abbonda di cravatte nell’armadio) deve dare una notizia con la enne maiuscola si dileguano alla velocità della luce. Cosicchè dei fatti avvenuti domenica sera allo stadio adriatico di Pescara nessuno ha riferito nulla. O meglio qualcuno l’ha fatto ma ci saremmo aspettati un grande eco specie da chi, durante i palinsesti televisivi, dedica ore intere all’informazione (?) sportiva. Verso le 23 di domenica ci erano giunte voci su quello che alcuni siti hanno diffuso in questi giorni e cioè che alcuni tifosi dell’inter seduti nei distinti siano stai insultati per tutta la durata della partita. Non soliti sfottò ma vere e proprie minacce anche alle donne. «Puttana, zoccola, ammazzo te e il tuo ragazzo» e ancora «vi aspettiamo fuori». Un ragazzino di 14 anni è stata minacciato, secondo una lettera inviata ad abruzzo24ore, da persone di 40 anni. «Ho visto sputare addosso a un bambino di circa 6 anni perché aveva la maglietta dell’inter» racconta un altro lettore e ancora «ho provato a rivolgermi alla polizia che mi ha liquidata e gli steward che hanno detto che non era compito loro». Chi erano questi soggetti che giravano indisturbati all’interno dello stadio “autorizzati” a minacciare donne e bambini? Come mai la polizia non è intervenuta? Ci riferiscono che gli steward che presidiavano lo stadio erano poco più che ventenni completamente inadeguati a quel ruolo. La Pescara calcio è venuta a conoscenza di questi gravi fatti? Se sì perché non ha chiarito in conferenza stampa la propria posizione? I vertici della polizia di Pescara sono stati informati di quanto accaduto? E la Digos che era presente? Non chiediamo un resoconto ai vigili urbani e ai politici pescaresi perché sappiamo che gli uni sono impegnati nella guerra alle multe e gli altri ad elemosinare un abbonamento gratis. E gli zombie giornalisti?
Red – azione