Il Ros ha arrestato quattordici persone tutti appartenenti ad un gruppo clandestino che faceva riferimento agli ideali del disciolto movimento politico neofascista “Ordine Nuovo“.
Il gruppo stava progettando azioni violente contro politici senza scorta e sedi di Equitalia. L’obiettivo: destabilizzazione dell’Italia attraverso l’attacco al cuore delle istituzioni. Mente dell’organizzazione l’ex carabiniere Stefano Manni che attraverso i social network diffondeva un piano, da lui stesso eleborato, con l’intento di “minare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali quali Prefetture, Questure e Uffici di Equitalia e previsto, in un secondo momento, di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito”.
I reati vanno dall’associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico” all’associazione finalizzata all’incitamento, alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
Tra i 31 indagati spicca anche il nome di Rutilio Sermonti, scrittore e artista già appartenente a “Ordine Nuovo” e figura più nota nel tra gli intellettuali di estrema destra. Era il sostenitore ideologico della struttura e aveva redatto un documento chiamato:”Statuto della Repubblica dell’Italia Unita” in cui l‘ordine costituzionale fa esplicito riferimento all’epoca fascista.
E proprio l’ex carabiniere in congedo avrebbe ordito un attacco nei confronti dell’ex governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, all’epoca sotto scorta. All’epoca il presidente ricevette, insieme a Francesco Zavattaro, manager della Asl, una busta con proiettili calibro 9×21. Nella stessa busta anche della polvere bianca oltre a una lettera firmata da un sedicente ‘movimento popolare’, la cui sigla secondo gli inquirenti non era mai apparsa in precedenza.
Tra gli altri, l’associazione voleva colpire anche Marco Affatigato, “l’infame di Ordine Nuovo che collaborava con i servizi segreti”.
Gli esponenti del gruppo miravano alla sovversione dello Stato attaccandolo da un lato con atti destabilizzanti dall’altro con l’occupazione di posti di potere per mezzo di regolari elezioni democratiche.
ZdO