Sono mesi che un ragazzo nigeriano, senza fissa dimora, con conclamati disturbi mentali, mette il terrore nella cittadina di Silvi. di Marco Minnucci
In particolare ha preso nel suo deviato mirino una barista; con la falsa convinzione di aver vinto una grossa somma a qualche videopoker e che la barista non voglia consegnargli il denaro, sono settimane che muove violenza alla ragazza in un climax via via crescente; dalle urla agli spintoni, fino a qualche giorno fa in cui l’extracomunitario ha percosso e aggredito la ragazza procurandole lesioni fisiche.
Questa, e quanto seguirà, è la testimonianza della barista, di cui manteniamo l’anonimato poiché il malvivente è ancora a piede libero.
Benchè ad ogni episodio la ragazza abbia chiamato le forze dell’ordine e abbia sporto denuncia, le autorità competenti non hanno potuto far altro che diffidare il malvivente e sottolineare gli impedimenti del suo particolare caso, che lo vede essere un rifugiato di guerra.
Così le uniche azioni che sono state compiute sono state delle diffide e qualche ricovero in clinica che tuttavia non ha sortito gli effetti sperati, ne’ sul delinquente, ne’ sulla società civile.
Infatti, proprio la temporaneità dei rimedi hanno fatto sì che l’extracomunitario, una volta uscito, abbia ricominciato le sue azioni violente. Dopo aver espresso la testimonianza dell’aggredita, vorrei esprimere un parere personale sulla situazione. In primo luogo invito le autorità competenti a comprendere che, in certi casi, l’impegno non può considerarsi un risultato ma è necessario trovare una soluzione che garantisca l’incolumità dei cittadini.
In secondo luogo vorrei suggerire questa prospettiva: sono settimane che la ragazza, a causa delle minacce e percosse ricevute, ha paura ad uscire di casa. Il caso vuole che questa ragazza abbia un cane e, come tutti gli animali, necessiti fisiologicamente di uscire per espletare le proprie funzioni fisiologiche. Dal momento che ormai si è ben capito quali sono le categorie che hanno la priorità in Italia, prima che ci esca il morto, vorrei sollecitare chi di competenza con questo slogan:“almeno fatelo per il cane che deve minzionare”.