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Tasse, politica e merendine. E nessuna riforma strutturale

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“Dobbiamo andare avanti compatti senza deviazioni dagli obiettivi”. Insomma: nessuno deve prendere iniziative senza prima essere concordate. A dirlo è Luigi Di Maio. E l’ordine riguarda soprattutto la questione tasse.

Poi su Facebook aggiunge: “Se questo governo esiste, è perché lo sostiene il Movimento 5 Stelle”. Un messaggio, pare, indirizzato al premier Giuseppe Conte che gli sta rubando la scena sia in Italia che all’estero. Ma il messaggio sembra contenere un avvertimento anche per Fioramonti, ideatore delle tasse. Ma Di Maio nemmeno ci pensa ad affrontarlo a viso aperto visto che l’economista è una delle personalità più autonome e meno controllabili del governo. E, infatti, appena insediatosi ha detto: “Se non arriva un miliardo entro Natale per l’università, mi dimetto”

A proposito di tasse, appunto.

Il governo Conte II, esattamente come il Conte I, lascia troppo spazio alla voce dei solisti. E la tassa su merendine, bevande gassate, proposta dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti (M5S) e condivisa dal premier Giuseppe Conte per finanziare un piano straordanario per la scuola, ne è un esempio cristallino. Sulla questione, infatti, è arrivato l’eco, come abbiamo visto, del ministro degli Esteri Di Maio.




“La risposta dello Stato deve essere rapida e chi sbaglia paga” ha detto con tono rassicurante e perentorio Conte a Lecce invitato dalla Cgil di Maurizio Landini. “Siamo favorevoli anche a pene detentive per i casi di grave e conclamata evasione” ha aggiunto il premier galvanizzato.  

Intanto da Bruxelles Draghi dice…

Spegne gli entusiasmi il presidente della Bce Mario Draghi a proposito della flessibilità del bilancio. Alludendo all’Italia e alla Germania, Draghi ha detto che la prima cosa da fare è quella di dover “perseguire politiche prudenti e rispettare gli obiettivi di bilancio in termini strutturali”. La seconda è quella di agire in modo effettivo e rapidamente, visto che si sta fronteggiando un rallentamento dell’economia.

“L’efficacia potenziale della politica di bilancio anticiclica è rafforzata nell’attuale contesto, dato che i moltiplicatori fiscali sono più alti in un quadro di bassi tassi di interesse” ha detto davanti alla commissione problemi economici e monetari.

La disciplina è stata ribadita a quattro giorni dall’aggiornamento del Def che sarà presentato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri venerdì 27 settembre. La flessibilità, se sarà accordata entro i limiti in corso di negoziazione con la Commissione Ue, dovrà rientrare nelle regole del patto di stabilità e crescita. Ma, considerato l’alto debito pubblico da ridimensionare, l’Italia dovrà procedere insieme alle famose e misteriosamente mai sufficienti “riforme strutturali”, “l’unico strumento per aumentare le prospettive di crescita”.“Le riforme non sono solo quelle fiscali -ha sottolineato Draghi- Ci sono anche quelle per il mercato del lavoro, ma anche dei prodotti, c’è l’aumento della concorrenza, del sistema giudiziario, della scuola”.

Insomma, ci sarà tanto da fare. Ma anche da ridere.

di Antonio Del Furbo

 

 

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