TEL AVIV – Un uomo urla disperato, mostrando ai soccorritori il corpo mutilato e senza testa di un bambino bruciato. Decine di cadaveri carbonizzati giacciono tra le macerie, mentre donne gridano e molte persone risultano ancora disperse.
Strage a Tel al-Sultan. I paramedici si affannano tra stracci e pezzi di legno, mentre le fiamme continuano a divorare la tendopoli di Tel al-Sultan, nel quartiere nord-occidentale di Rafah. Questo scenario di devastazione si è verificato appena due giorni dopo che la Corte internazionale di giustizia ha ordinato la sospensione delle operazioni militari israeliane. Tuttavia, un bombardamento notturno ha provocato una strage di civili nella città che ospita 700.000 sfollati. Le immagini e i video diffusi sui social sono terribilmente angoscianti.
Il bilancio delle vittime
Secondo i media palestinesi, le vittime sono oltre 40, tra cui molte donne e bambini, mentre altre fonti parlano di più di 50 morti. Il comitato internazionale della Croce Rossa ha segnalato la presenza di decine di feriti negli ospedali da campo, mentre i casi più gravi sono stati trasferiti al Kuwait Hospital di Rafah. I medici della Mezzaluna Rossa palestinese hanno descritto un raid aereo che ha colpito le tende dei profughi vicino alla sede dell’UNRWA, in un’area indicata dagli israeliani come zona umanitaria, dunque ritenuta sicura.
La versione israeliana
I portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato l’operazione, sostenendo di aver colpito un complesso utilizzato dall’organizzazione terroristica Hamas, dove si nascondevano due comandanti: Yassin Rabia, responsabile delle operazioni in Cisgiordania, e Khaled Nagar. Entrambi sarebbero stati uccisi. “L’azione è stata condotta in conformità con le leggi internazionali, utilizzando armi di precisione basate su informazioni preliminari di intelligence. Siamo consapevoli che un certo numero di persone non coinvolte è rimasto ferito a causa dell’attacco e del successivo incendio. L’evento è sotto inchiesta”, hanno dichiarato.
Secondo alcuni blogger militari, che citano fonti arabe, l’obiettivo era anche un deposito di missili a medio raggio che Hamas intendeva utilizzare contro Israele. Per questo motivo, l’aviazione israeliana avrebbe sganciato sette bombe del peso di una tonnellata ciascuna su Tel al-Sultan. “Hanno causato un massacro atroce che supera ogni limite”, ha commentato l’Autorità Nazionale Palestinese. Il portavoce presidenziale, Nabil Abu Rudeineh, ha condannato il raid sulla tendopoli dell’UNRWA, sottolineando “l’urgente necessità di un intervento per fermare immediatamente i crimini contro il popolo palestinese”. E ha chiesto anche agli Stati Uniti di “costringere Israele a interrompere questa follia e genocidio a Gaza, in particolare a Rafah”.
L’attacco a Tel Aviv
La strage a Tel al-Sultan è avvenuta nel giorno in cui otto razzi sono stati lanciati da Hamas su Tel Aviv. Un evento che non si verificava da quattro mesi. Sette razzi sono stati intercettati dall’Iron Dome, mentre l’ottavo ha colpito una casa a Herzalyia, ferendo una donna. Gli israeliani, soprattutto quelli che vivono vicino alla Striscia di Gaza o al Nord, sono abituati a sentire le sirene e vedere i traccianti in cielo della contraerea. Tuttavia, l’attacco di Hamas, avvenuto nel pieno della settimana in cui l’offensiva dell’IDF a Rafah era stata al centro delle deliberazioni della Corte internazionale di giustizia, non è casuale.
Alle 14:00, quando a Tel Aviv si sono udite le prime esplosioni, la gente è corsa a cercare riparo nei negozi e sotto le tettoie. Frammenti di razzi intercettati sono caduti nel quartiere settentrionale di Ra’anana e tra Petah Tikva e Bnei Brak. L’impatto ha causato tre feriti, tra cui due donne di 52 e 30 anni.