Non usa mezzi termini il consigliere regionale nel chiarire perché, secondo lui, il metodo di Davide Vannoni e Marino Andolina non viene accettato dal mondo scientifico. La sfida, ora, è convincere il ministro della Salute a continuare l’approfondimento del tema.
Non usa mezzi termini il consigliere regionale nel chiarire perché, secondo lui, il metodo di Davide Vannoni e Marino Andolina non viene accettato dal mondo scientifico. La sfida, ora, è convincere il ministro della Salute a continuare l’approfondimento del tema.
Il Consiglio regionale d’Abruzzo è stato il primo ad approvare una risoluzione sul metodo Stamina. A luglio scorso, attraverso il documento sottoscritto all’unanimità, la Regione Abruzzo ha invitato governo nazionale e ministro della Salute a colmare, in tempi brevi, la lacuna legislativa e a permettere a tutti i soggetti che ne facessero richiesta, la possibilità di accedere alle cure staminali. Nel frattempo per il caso Noemi, la bimba di 15 mesi di Guardiagrele (Ch) affetta da Sma1, i giudici hanno deciso che non è possibile sottoporla alle cure. Andrea, il papà di Noemi, ha buttato un grido che è stato raccolto dai sottoscrittori di una petizione.«Perché – chiede Andrea – nessuno di quelli che devono decidere se adottare o meno il metodo Stamina non ci ha mai ricevuti?».
«Ci stiamo comunque guardando intorno – prosegue Emilio Nasuti intervistato da Zone d’ombra – e sicuramente in questi giorni avrò modo di mettere appunto nuove strategie. C’è una richiesta d’incontro che le famiglie vogliono fare in Regione – aggiunge Nasuti – che condivido nella maniera più assoluta. L’incontro, però, non è risolutivo anche perché dovrebbe essere il ministro della Sanità Lorenzin ad incontrare le famiglie, i bimbi e i loro medici».
Cosa dovrebbe fare il ministro Lorenzin?
«Prima di dire no a un metodo penso che sia cosa buona e giusta interpellare anche chi ha avuto le infusioni. Da parte mia c’è la massima attenzione sia a lavorare per raggiungere l’obiettivo ma anche ad agire come controllori perché il tutto venga fatto nel modo più asettico». Nasuti poi sottolinea:«Qui dietro ci sono degli interessi pazzeschi anche perché il meccanismo non è locale ma mondiale. Affronta una tematica che riguarda tutto il mondo. Immaginate cosa può provocare, l’eventuale autorizzazione della cura, ai bilanci delle case farmaceutiche».
Cosa intende fare Lei a questo punto?
«Vediamo cosa accade anche perché sto aspettando che tipo d’indirizzo prende il ministro della Sanità. Il parere espresso dal comitato è consultivo e non definitivo. Voglio capire se il ministero vuole attenzionare ancora di più il caso, chiedendo ancora più lumi oppure no. Inoltre sto cercando di organizzare un gruppo per poter incontrare Vannoni con il suo staff per capire, insieme a validi primari e medici abruzzesi, di ciò di cui si sta parlando».
di Antonio Del Furbo