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Spoltore, l’Arca ci riprova: “l’ex società ripropone al Comune un progetto simile a quello vecchio scaduto, diffidato e contestato”

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SPOLTORE. Una vicenda che non conosce la parola fine e si tinge, da anni, di colori sempre più foschi.

L’ex società Arca (morta e resuscitata nella nuova “Adriatica”) ha riproposto al Comune di Spoltore un progetto di costruzione edilizia che, in alcune parti, ricalca la vecchia convenzione del 2001 (quella, per intenderci, costata una serie di contestazioni e diffide e mai completamente attuata dall’ex Arca).

A renderlo noto è il consigliere di opposizione, Marina Febo (Pdl) che da un anno invoca chiarezza sulla vicenda Arca a colpi di esposti (non ultime, le segnalazione alla Procura della Repubblica di Pescara e alla Procura della Corte dei Conti de L’Aquila). La Febo si dice sorpresa alla luce della nuova proposta di progetto avanzata dall’Arca e che dovrà essere discussa in sede politica.

“Persino le diffide dei mesi scorsi, da parte degli uffici tecnici del Comune, rivolte alla società Adriatica spa con le quali si chiedeva all’Arca di completare le opere mancanti come il campo di calcio e il parco, sono rimaste inascoltate da parte dell’Arca”, commenta piccata la Febo, “è stato solo nominato un legale che dovrà fornire una consulenza su come l’amministrazione dovrà procedere, consulenza che non è ancora stata depositata”. 

Il gruppo politico del Pdl, fa sapere il consigliere, “non è contrario a che l’Arca, o chi per essa, proponga nuovi interventi edilizi sulle aree di sua proprietà, ma ciò deve avvenire nel massimo rispetto della legge e delle procedure previste e solo dopo che abbia completato le opere che si era già impegnata a realizzare, senza condizioni aggiuntive per il Comune”.

Per comprendere bene la portata dei fatti, dobbiamo fare un passetto indietro e ritornare, precisamente, al lontano 2001, anno in cui l’allora amministrazione capitanata dall’ex sindaco, Donato Renzetti, siglò con l’ex Arca una convenzione in base alla quale il Comune avrebbe concesso all’Arca l’edificazione di strutture private con in cambio, la realizzazione di opere di interesse pubblico, tra cui un campo da calcio ed un parco.

Ma l’accordo fu invece disatteso dalla società che non realizzò mai le opere (pubbliche) per cui si era impegnata.

Come se non bastasse, dalla vicenda sono emersi nuovi inquietanti risvolti denunciati dal consigliere Febo, nella seduta consiliare del 31 ottobre 2012.

In quella sede, la pidiellina ha denunciato la potenziale invalidità della polizza fideiussoria che avrebbe garantito un risarcimento al Comune, nel caso in cui le opere da realizzare non fossero state eseguite dall’ Arca (come, in effetti, è accaduto). La società cui l’Arca avrebbe dovuto versare i premi assicurativi per mantenere in vita la polizza, inoltre, è risultata fallita dal 2005.

La conseguenza di tutta questa storia è che mentre l’Arca ha realizzato progetti di natura privata sul suolo pubblico, il Comune non ha ottenuto nè la realizzazione di tutte le opere stabilite, nè un risarcimento per la loro mancata realizzazione.

Il “nuovo” vecchio progetto 

“Oggi si scopre che la società Adriatica nata dalle ceneri dell’ ex Arca, ignorando completamente le richieste dell’amministrazione (diffide) a completare le opere mancanti (campo di calcio e parco), ha depositato in Comune un nuovo progetto di edilizia unitaria (PEU 4), con il quale propone al Comune una serie di opere nuove da realizzare sulle aree di sua proprietà in quella zona, come alberghi, abitazioni, uffici, riconfermando la realizzazione del campo di calcio del parco”.

Le parole provengono dalla bocca del consigliere Febo che evidenzia come l’unico elemento di rilevante novità del recente progetto, rispetto alla Convenzione del 2001, sembra essere la cessione di un’area al Comune per la realizzazione di una scuola (l’ennesima futura incompiuta?).

La nuova proposta apre il varco ad una serie di domande: 1) perchè l’ex Arca ripropone un nuovo progetto, aggiungendo opere ed interventi prevalentemente di carattere privato, assicurandone l’ultimazione entro ulteriori dieci anni anzichè completare quelle per cui si era impegnata dal 2001? 2) Quali sarebbero gli ulteriori oneri a carico dell’amministrazione pubblica di Spoltore (e quindi dei cittadini), se il progetto fosse approvato? 3) Siamo sicuri che l’ex Arca, questa volta, sia in grado di ottenere una polizza fideiussoria, come garanzia per il Comune?

Dubbi e quesiti che andrebbero fugati al più presto soprattutto nell’interesse dei cittadini di Spoltore che da anni pagano lo scotto di questa brutta pagina politica.

Presunte illegittimità della nuova-vecchia proposta  

La proposta nuova di zecca, visionata dal consigliere Febo presenta già una serie di punti oscuri che andrebbero chiariti.

Per prima cosa, sottolinea il consigliere, “il piano particolareggiato di quell’area e la Convenzione del 2001 tra l’Arca e il Comune sono ormai scaduti, essendo trascorso abbondantemente il termine di dieci anni, e non è giuridicamente possibile riproporre ora nuovi progetti o integrazioni”.

Prima di lanciarsi in nuove proposte, secondo la Febo, l’ ex Arca dovrebbe fornire le risposte, più volte invocate, circa la polizza fideiussoria scaduta.

“L’Arca avrebbe dovuto pagare i premi assicurativi annuali per mantenere in vita questa garanzia”, ha denunciato la Febo, “ma nulla ha risposto rispetto alle richieste avanzate pubblicamente in Consiglio comunale e sulla stampa di fornire la prova di questi pagamenti che evidentemente non potevano essere stati effettuati in quanto la società non esisteva più. Dopo la scoperta circa l’inesistenza della polizza fideiussoria, gli uffici tecnici del Comune hanno richiesto una nuova polizza all’Arca -che ovviamente non era più possibile fornire perché quale società assicurativa avrebbe concesso una garanzia per un inadempimento già consumato? – e non hanno voluto più concedere nuovi permessi a costruire e agibilità. Potrebbe essere questo il motivo per cui la società ha proposto un nuovo progetto?”.

Infine, bisogna ricordare che tra la società ex Arca ed il Comune di Spoltore esiste un contenzioso pendente presso il Consiglio di Stato e non si capisce, quindi, sulla base di quali criteri l’Adriatica possa calcolare gli oneri da pagare al Comune per il nuovo progetto.

I malumori che si agitano sotto cenere sono forti e l’invito del consigliere Febo è rivolto, ancora una volta, all’amministrazione Di Lorito, definita “immobile da ormai un anno sulla vicenda”.

Sarebbe interessante anche capire a che punto siano arrivate le indagini della Procura sul caso Arca e se, in un futuro prossimo, si verrà a capo di una vicenda tanto intricata, complessa e persino dolorosa da rimanere chiusa nei cassetti pubblici.

di Marirosa Barbieri

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