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Spionaggi: il ministro Crosetto denuncia pedinamenti e pressioni sui suoi familiari

Spionaggi: il ministro Crosetto denuncia pedinamenti e pressioni sui suoi familiari

Guido Crosetto denuncia pedinamenti e violazioni della privacy, sollevando dubbi su infiltrazioni e monitoraggi sospetti.

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Indagini, pedinamenti, e domande insistenti su vecchi pagamenti. È questo il clima che, secondo fonti vicine al ministro della Difesa Guido Crosetto, lo avrebbe portato a presentare diverse denunce nelle ultime settimane.

Spionaggi: il ministro Crosetto denuncia pedinamenti e pressioni sui suoi familiari. “Solo la settimana scorsa – ha dichiarato al Corriere della Sera – ho sporto l’ennesima denuncia. Mi ostino a credere nella giustizia, ma non è accettabile che un cittadino, e non solo un politico, possa essere spiato o monitorato senza una ragione chiara”.

Tra le preoccupazioni più gravi, ci sarebbe il sospetto che alcuni suoi familiari, tra cui la moglie e i figli, siano stati seguiti e controllati. A insospettire Crosetto, inoltre, sarebbero state domande ricevute su bonifici effettuati anni fa o sulle spese sostenute dalla sua famiglia. Secondo quanto riportato, una giornalista avrebbe persino interrogato un imprenditore residente a Dubai, alimentando il timore che dietro queste indagini informali ci sia un disegno più ampio, magari legato alla posizione strategica del suo dicastero.

Un intreccio che tocca anche agenti stranieri

Non è la prima volta che Crosetto solleva dubbi su possibili infiltrazioni nelle sue attività personali. Da una sua denuncia è scaturita un’indagine che ha coinvolto Pasquale Striano, un finanziere accusato di accesso abusivo ai sistemi informatici, e Antonio Laudati, ex procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia. In un’audizione alla Procura di Perugia, il 22 gennaio 2024, Crosetto aveva già espresso il timore che dietro queste attività potessero esserci agenti stranieri.

Tra i casi più eclatanti, il ministro ha citato la pubblicazione di un articolo del dicembre 2023 su Il Domani, che riportava dettagli su un pagamento del 2021 non pubblico e relativo a una fattura da 124.800 euro per una consulenza. “Il livello di dettaglio di queste informazioni – aveva dichiarato al procuratore Raffaele Cantone – mi porta a pensare a intercettazioni o a un’attività di accertamento particolarmente invasiva. Non credo si tratti di servizi nazionali, ma non escludo la possibilità di coinvolgimenti stranieri”.

Le ombre di un controllo sistematico

Crosetto continua a nutrire forti sospetti. I recenti episodi sembrano ricalcare un modus operandi già denunciato: pressioni indirette, interrogativi mirati su transazioni passate e la sensazione di essere sotto osservazione. Mentre il ministro ribadisce la sua fiducia nella giustizia, il quadro che emerge è quello di un sistema capace di violare la sfera privata con mezzi sofisticati, e forse, di valicare anche i confini nazionali.

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