Simona se la sta vedendo brutta. Da mesi è senza un lavoro e con tre figli a cui badare. Uno di loro è malato. Simona ha chiesto aiuto alle istituzioni ma nessuno l’ascolta.
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Simona se la sta vedendo brutta. Da mesi è senza un lavoro e con tre figli a cui badare. Uno di loro è malato. Simona ha chiesto aiuto alle istituzioni ma nessuno l’ascolta. La sua storia, che abbiamo raccontato in Colpa di Stato, non ha intaccato il cuore e la sensibilità di sindaco e prefetto. Simona, per un incidente sul lavoro non dipendente da lei, è stata licenziata perdendo l’opportunità di essere assunta a tempo indeterminato. Non avendo nessuno a cui chiedere un aiuto, Simona si è rivolta alle istituzioni locali che, però, non le hanno mai offerto un aiuto concreto. La donna, esasperata, ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, per mezzo della Segreteria di Stato, si è impegnato a fare pressione sulle autorità locali per la rapida risoluzione del suo dramma.
“ieri mattina ho richiamato di nuovo la Prefettura – ci ha detto Simona – precisamente ho parlato con la D.ssa Bellinello per sapere se c’erano novità inerenti alla mia situazione. Siccome era occupata l’ho dovuta richiamare una seconda volta. Quando l’ho richiamata ho capito dal tono di voce che era alquanto scocciata”. La Bellinello ha lamentato con Simona la sua particolare insistenza:”appena abbiamo novità la chiamiamo noi” avrebbe detto la dottoressa della Prefettura. “Ho precisato che era la 7° settimana che avevano risposto dalla Presidenza della Repubblica e che mi sembrava strano che non ancora si muoveva qualcosa. Ho chiesto se era possibile fissare un appuntamento col Prefetto, mi ha detto di no, che il Prefetto difficilmente riceve. Però quando ho detto che sarei tornata con una pistola per uccidermi davanti a loro mi ha detto che avrebbe provato a riparlare col Prefetto”. Simona ci ha riferito che “le bollette da pagare si accumulano, la muffa umidità aumenta, le problematiche di salute dei mie figli stanno aumentando assieme alla muffa”. Simona ha dovuto sentirsi dire da uno dei figli che forse meglio sarebbe se tutti e quattro si togliessero la vita. “La Bellinello mi ha detto che la Prefettura non rilascia soldi ma io non ho chiesto i soldi…ma solo che si dessero una mossa a fare qualcosa per me, per noi la mia famiglia senza far addormentare i documenti sulla scrivania”.
Dopo aver aspettato invano una telefonata dalla Prefettura di Chieti, Simona decide di inoltrare una nuova mail alla Presidenza della Repubblica. “Sono Simona D’Angelo, una madre disperata di tre figli con entrambi problemi di salute abbastanza seri. Dopo essermi rivolta agli uffici competenti della mia stessa città, Chieti, e dopo aver fatto diversi appelli anche tramite testate online chiedo e sollecito un vostro intervento visto che qui non ancora cambia nulla, da quanto ho ricevuto la vostra risposta con numero protocollo SGPR 01/10/2013 0102791 P. Nella mia situazione non è cambiato nulla se non il fatto che si sono accumulate altre bollette dell’energia elettrica e del gas,continuo a vivere davvero di stenti, i miei figli specialmente il più piccolino Enrico ha ricominciato a stare male, senza parlare di Gianmarco il secondo figlio mio di 18 anni che ha ricominciato ad avere dei seri problemi comportamentali dovuti alla grave situazione economica, famigliare e di salute che viviamo. Ho chiamato in continuazione in Prefettura e parlato con la D.ssa Bellinello (riferimento al mio caso) la quale risponde sempre che voi non ancora fate sapere nulla. Ho chiesto più di una volta d’incontrare il Signor Prefetto il quale non riceve, quindi cosa devo fare visto che non ho anzi non abbiamo più niente da perdere io ed i miei tre figli, di andare lì in Prefettura armata e spararci toglierci la vita li dentro? Visto che ultimamente questo pensiero è l’unico pensiero amico che abbiamo? Questo come come si chiama istigazione al suicidio? …Se è vero che si sta avvicinando Natale periodo di Miracoli, aiutateci per Amor di Dio, non fate spegnere questa “fiammella di Speranza”…In attesa di un vostro positivo riscontro”.
Simona è iscritta al Centro dell’Impiego e, la figlia Noemi, è iscritta:”alla lista della “Categoria Protetta legge 68″, non perché l’ha fatta iscrivere la Prefettura, ma semplicemente perché ha il 67% d’invalidità riconosciuta legalmente da una Commissione della ASL” ci spiega ancora Simona. Come se non bastasse, prosegue ancora la donna, “sono andata anche negli uffici dell’Enel a spiegare la mia situazione … e loro mi hanno allungato il distacco di 1 mese, infatti dovrò pagare entro l’11 di novembre. La funzionaria Valentina Italiano non mi ha mai voluta ricevere”. A tutto questo si aggiunge che:”da 3 settimane non vado neanche più dalla signora dove andavo a fare i servizi domestici, quindi non posso neanche più contare su quelle 60 euro che prendevo settimanalmente”.
Se qualcuno è in grado di aiutare Simona in qualche modo può contattarci.
ZdO