Il segretario del Pd abruzzese si scaglia contro le dichiarazioni rilasciate da Gennaro Varone in merito alla sentenza D’Alfonso.
«Che Luciano D’Alfonso abbia vissuto con il denaro della zia, come sostenuto dalla difesa e dall’imputato, è un argomento così ridicolo da non meritare alcun commento». Queste le parole pronunciate dal pm Gennaro Varone sulla sentenza d’assoluzione riguardo il processo “Housework” che ha visto, come principale indagato, l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso. Il pm non si accontenta e ci va giù ancora più duro accusando il tribunale che ha assolto big Luciano di:«incapacità a un esame complesso della vicenda privo di una mente allenata e che ha ignorato decisivi elementi accusatori». Ci sono enormi dazioni di denaro, secondo Varone, di torbidità delle condotte amministrative e soprattutto di deliberata opacità di quelle personali spiegabili soltanto con la necessità di occultare illeciti». Non è credibile, scrive il pm:«che Luciano D’Alfonso si rechi in una banca
a versare mazzette di banconote per migliaia e migliaia di euro, che un sindaco esegua acquisti in contanti per svariate decine di migliaia di euro senza alcun prelievo proprio o dei propri familiari, che un sindaco asserisca, senza battere ciglio, che vacanze costose gli siano state interamente pagate da un facoltoso imprenditore, Carlo Toto, che si appresta a partecipare e vincere uno dei più importanti appalti della città». Oltre a ricostruire tutti le fasi del processo, Varone sottolinea anche che la villa di Manoppello:«è sufficiente guardarla per capire che non poteva costare 290 mila».
LA RISPOSTA DI SILVIO PAOLUCCI
«Trovo del tutto inopportuno quanto dice Varone oggi. La magistratura si è pronunciata. Le sentenze vanno rispettate e non si commentano. Vale anche per il Pm. Anzi, ritengo che un Pm debba essere sinceramente soddisfatto se un imputato viene giudicato innocente. E comunque, se lo ritiene necessario, valuta se fare appello». Sono le parole di Silvio Paolucci, segretario regionale del Partito democratico, in risposta alle dichiarazioni del pm Gennaro Varone sul processo “Housewrok” che ha coinvolto l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso. Tra i commenti fatti sulla pagina del segretario c’è chi domanda:«Se un politico e ONESTO perchè presenta il CERTIFICATO Medico che era malato di MENTE, ed ora a il coraggio di ripresentarsi in POLITICA?». Ai posteri l’ardua sentenza.