Si conclude così, nel peggiore dei modi, la storia di Silvio Buttiglione che, dopo una battaglia durata dieci anni, perde la sua casa venduta all’asta per 142 mila euro.
di Antonio Del Furbo
Tentò il suicidio Buttiglione ma, per fortuna, la scampò. Poi mise in vendita un rene per salvare la casa in cui abitava. Poi l’incontro con Luigi Di Maio e Beppe Grillo che lo elevarono a simobolo di lotta contro uno Stato senz’anima.
“Faremo abbassare il prezzo, poi la casa me la compro io” disse Grillo in quel 2014 uscendo dal tribunale di Pescara dopo l’asta andata deserta.
Quattro anni dopo Grillo è tornato a Pescara ma, evidentemente, sbagliando la data. Il 4 maggio il fondatore del Movimento ha preferito il teatro Massimo per presentare il suo spettacolo comico “Insomnia”. Nessun cenno alla storia di Silvio che, di lì a pochi giorni, avrebbe perso la casa. E nessun cenno a Silvio nemmeno da parte di Luigi Di Maio che, probabilmente come Grillo, ha sbagliato data ed è arrivato a Teramo il giorno dopo la vendita della casa, ovvero il 20 maggio.
Questo passo indietro ha fatto sì che ben 6 acquirenti si siano presentati in tribunale. Uno di loro si è aggiudicato l’abitazione.
“Ormai non ho più niente da perdere, mi arroccherò nella mia casa fino a quando la polizia mi butterà fuori”, ha detto Silvio Buttiglione. “Queste persone che hanno partecipato all’asta sono sciacalli, perché si arricchiscono sulle disgrazie altrui e non lavorando per 30 anni come ho fatto io. Sono venute a visitare la mia casa e nonostante avessi raccontato loro del mio dramma si sono presentate in tribunale”.
“A Grillo mi sento di dire di non promettere una cosa se non sei sicuro di mantenerla, specialmente ad una persona che ha tentato il suicidio e che vive nella disperazione”.
La neo senatrice del M5s, Gabriella Di Girolamo, ha evidenziato che “bisogna tutelare tutti i cittadini in questa posizione, garantendo l’impignorabilità della prima casa e dunque la dignità umana. Noi abbiamo già ripresentato un progetto di legge in tal senso, dopo che nella scorsa legislatura era stato bocciato”.
Alla Di Girolamo, come Grillo e come Di Maio, purtroppo sfugge l’importanza del simbolo: Silvio Buttiglione aveva chiesto aiuto ed era diventato un simbolo. E su quella strada Grillo e Di Maio dovevano continuare ad andare. Senza tirarsi indietro.
All’interno di un medesimo simbolo ci sono evocazioni simboliche molteplici e gerarchicamente sovrapposte che non si escludono reciprocamente, in quanto esprimono le applicazioni di uno stesso principio a ordini diversi.
I Greci spezzavano irregolarmente in due un oggetto che i discendenti di famiglie diverse conservavano come segno di reciproca amicizia.
Quanto sarebbe bello se ognuno di noi conservasse un pezzo di anima, di emozione degli altri? Non sarebbe, forse, un mondo migliore?