A quanto pare il presidente Sergio Mattarella appare turbato e, nello stesso tempo, preoccupato per gli attacchi provenienti da Lega e M5S. Nonostante questo, il capo dello Stato è convinto a andare avanti.
Il clima politico, al momento, resta rovente. Da una parte Salvini che minaccia una manifestazione a Roma, dall’altra Di Maio che arriva a proporre un impeachment per Mattarella. In mezzo, il popolo degli analfabeti funzionali che minacciano il presidente dai profili Social. Poi, nella mischia, si butta anche il professor Paolo Savona, l’uomo presi di mira da Mattarella per le sue idee sull’Euro.
“Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti”. Così il professore che aggiunge:“Si tratta di decidere se gli europeisti sono quelli che stanno creando le condizioni per la fine dell’UE o chi, come me, ne chiede la riforma per salvare gli obiettivi che si era prefissi”.
Di Maio afferma che “il Presidente che ha deciso di scavalcare le sue prerogative costituzionali e di non fare andare al governo una forza politica che ha preso 11 milioni di voti. Un governo che avrebbe avuto la maggioranza assoluta grazie al contratto siglato con la Lega”. Prima attiviamo l’articolo 90 e poi si va al voto, perché bisogna parlamentarizzare questa crisi”.
Rincara la dose la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni:“Si dice che il Presidente della Repubblica abbia messo il veto sulla nomina di Paolo Savona a Ministro dell’Economia, se questa notizia fosse confermata avrebbe dell’incredibile. E se questo veto fosse confermato sarebbe drammaticamente evidente che il Presidente Mattarella è troppo influenzato dagli interessi delle nazioni straniere e dunque Fdi nel caso in cui questo veto impedisca la formazione del nuovo Governo chiederà al Parlamento la messa in stato d’Accusa del Presidente per alto tradimento”.
Salvini rincara la dose:“Mi sto convincendo che non siamo un paese libero. Siamo un paese a sovranità limitata. Mi spiace perché domani mattina eravamo pronti ad entrare in ufficio, qualcuno ce lo impedisce, qualcuno lo spieghi a 60 milioni di italiani. Ci è stato detto che un ministro dell’economia non gradito ai mercati, ai tedeschi, all’Europa, alle banche non poteva essere nominato. Questo vuol dire che il voto degli italiani conta poco e che non siamo un paese totalmente libero”.
A questo punto, non poteva mancare la partecipazione al dibattito di qualche giudice. Fabio Roia, presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, dice che “gli attacchi violenti e irresponsabili ricevuti dal presidente della Repubblica potrebbero integrare anche ipotesi di reato”.
Il giudice Roia è convinto che ha espresso la sua posizione attraverso la mailing list dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm). Con Roia, decine di giudici stanno esprimendo la propria solidarietà al capo dello Stato per gli attacchi ricevuti dalle forze politiche che sostenevano la formazione di un governo guidato da Conte. “Condivido pienamente l’interpretazione del ruolo costituzionale del presidente della Repubblica svolto da Mattarella – aggiunge Roia, già componente del Csm – al quale esprimo piena e convinta solidarietà per gli attacchi violenti e irresponsabili ricevuti che potrebbero integrare anche ipotesi di reato”.
Se non è un conflitto istituzionale, cos’è?
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