Nei giorni scorsi il governo si è nuovamente preoccupato di riassegnare un po’ di poltrone ai fedelissimi di entrambi i partiti di maggioranza. Partito democratico e Movimento 5 stelle, un tempo acerrimi nemici, oggi, appena ce n’è l’occasione, si spartiscono poltrone. E in perfetto stile “Prima Repubblica” spunta un altro nome: Sergio Battelli.
Amici, parenti, mogli, compagni di scuola e concittadini hanno sempre trovato un ruolo -spesso apicale e ben retribuito- nel “governo del cambiamento”. Ed è notorio, tra l’altro, come i grillini abbiano sconfitto da tempo la povertà. Per i loro amici e parenti, appunto.
Luigi Di Maio in questo è stato uno straordinario fuoriclasse. È riuscito a sistemare vecchi compagni d’università e di liceo. E come dimenticare “L’abbuffata delle partecipate” in cui Carmine America, già compagno di scuola di Di Maio al liceo Imbriani di Pomigliano D’Arco, oggi siede sulla poltrona nel consiglio di Leonardo.
La grande abbuffata delle Partecipate: a Leonardo ci finisce il compagno di scuola di Luigi Di Maio
Luigi Di Maio e lo staff d’oro di oltre 700mila euro. E i suoi amici occupano anche gli altri ministeri
Nel ministero di Di Maio c’è ancora Assia Montanino, 27enne originaria di Pomigliano d’Arco (per caso, eh), chiamata da Luigino come “Segretario particolare del Ministro”. Un salto di carriera fulminante per la giovane laureanda in Economia con esperienza lavorativa pari a zero. Al Mise rimane ben ancorata alla poltrona e con la qualifica di “Capo della Segreteria del Ministro dello sviluppo economico”. Altro giovane, altro campano. Daniel De Vito, classe 1985, da Avellino, già collaboratore del gruppo M5s alla Camera, con Patuanelli è rimasto “Capo della Segreteria tecnica del Ministro”, equiparato a un dirigente di prima fascia con 149mila euro di stipendio. A seguire c’è Enrico Esposito, di Acerra, ex compagno di università di Luigino, chiamato a Roma come capo del legislativo, con stipendio da 150mila euro. Giorgio Chiesa, ha mantenuto il ruolo di “Capo Ufficio Stampa del Ministro” a 100mila euro. Infine Luigi Falco portato al Lavoro come Capo Ufficio Stampa, dove è rimasto con il ministro Nunzia Catalfo (M5s).
Tutti gli amici (nominati) di Di Maio: quelli dei doppi incarichi e delle poltrone d’oro
Assegnate le poltrone delle Autorità Privacy e Comunicazioni (in gran segreto). Barca, amico di Di Maio, va alla Consap
Poltrone, poltrone, poltrone…
Il mondo grillino, però, è in continua fibrillazione. Dunque, appena si libera qualche poltrona viene subito assegnata a qualche conoscente. E se la poltrona non c’è si crea dal nulla. Così com’è accaduto nel giro di poltrone a Palazzo Madama. La maggioranza, raggiunto l’accordo, ha posizionato i propri uomini nelle presidenze delle commissioni di Camera e Senato. Così 14 presidenti sono andati al M5S, nove al Pd, quattro a Iv e uno a Leu.
Sergio Battelli, mister incarico
Tra i nomi dei nuovi sistemati c’è Sergio Battelli. Il deputato, in realtà, è stato riconfermato alla presidenza della commissione per le politiche dell’Ue alla Camera. “Per me un grande onore” ha detto Battelli in occasione della rinnovata fiducia. “Abbiamo compiuto un lavoro davvero straordinario” dice parlando del suo lavoro. Insomma, si fa i complimenti da solo.
Battelli fa parte della XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea.
Si tratta, insomma, di un ruolo di alto livello come lui stesso spiega: “L’Europa e gli Stati membri hanno davanti a loro una sfida epocale: dalle decisioni prese nei prossimi giorni e mesi dipenderà il futuro delle generazioni a venire e dell’Unione stessa che dovrà ripensarsi completamente elaborando strategie di lungo periodo in grado di assicurare solidità, forza e competitività al progetto europeo nel segno di una rinnovata solidarietà e vera unione. Sono certo, allora che la nostra commissione, sarà in grado di fornire il suo contributo prezioso supportando il Parlamento nella definizione delle priorità programmatiche dell’azione italiana a livello europeo” conclude Battelli.
Battelli è all’altezza di ricoprire quel ruolo?
Sicuramente sì. Ma a me qualche dubbio viene sulla capacità di Battelli di occuparsi di Politiche europee. Il punto è che Battelli ha la terza media e, a quanto ci risulta, non ha mai fatto esperienze in quell’indirizzo politico. Diciamo anche che l’onorevole genovese non ha un curriculum da invidia e che può essere riassunto in poche righe.
“Dal 2009 partecipa come candidato alle elezioni comunale tenutasi a Varazze senza essere eletto, con lista civica Gente comune certificata dal Movimento 5 Stelle. Si è occupato di tutta la parte digitale, blog e Facebook, collegati all’attività del movimento locale. Suona in una rock band dal nome Red Lips. Commesso in un negozio di animali per 10 anni”.
Tutto qui. Poi inizia il percorso politico.
“È stato candidato alle parlamentarie del Movimento 5 Stelle, venendo candidato come secondo nella lista elettorale. Alle elezioni politiche del 2013 è stato eletto deputato della Repubblica Italiana] Come Deputato, dal 7 maggio 2013 al 23 settembre 2014, fa parte della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione). Dal 25 settembre 2014 fa parte della XIV Commissione (Politiche dell’Unione Europea). Viene rieletto deputato alle successive elezioni politiche del 2018. Il 21 giugno 2018 viene eletto presidente della 14ª Commissione Affari Europei della Camera dei deputati.”
Dunque, a parte suonare in un gruppo rock ed essersi candidato in qualche lista, Battelli non ha fatto altro.
Eppure, come si legge sul sito del Senato, l’attività della 14a Commissione permanente – Politiche dell’Unione europea ha “una composizione particolare: il Regolamento prevede che i suoi componenti siano anche membri di una delle altre tredici Commissioni permanenti”. E per un preciso motivo: “Il meccanismo della doppia appartenenza tende a far sì che nella 14a Commissione trovino espressione, al contempo, una speciale sensibilità per le questioni europee e una conoscenza qualificata delle problematiche degli specifici settori delle Commissioni di appartenenza dei singoli senatori. Si tratta a livello europeo di uno dei pochi organi parlamentari ad avere una tale composizione, cosa che contribuisce allo spessore e all’analiticità dei dibattiti e delle deliberazioni.”
È richiesta, a ragione, una conoscenza delle dinamiche europee specialmente dopo l’approvazione della legge del 24 dicembre 2012, n. 234, recante “norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea” e che ha riformato e sostituito la precedente legge n. 11 del 2005. “Le novità più rilevanti della riforma consistono nelle norme sulla partecipazione del Parlamento alla fase ascendente del diritto europeo e sui relativi obblighi posti in capo al Governo, nonché nella sostituzione della legge comunitaria con la ‘legge di delegazione europea’ e la ‘legge europea’, al fine di assicurare maggiore celerità nel recepimento delle direttive e degli altri obblighi derivanti dall’Unione europea.”
L’altro incarico di Sergio Battelli
Ma per Battelli gli incarichi non finiscono qui. Infatti il deputato è stato anche presidente della VII Commissione – Cultura, Scienza e Istruzione dal 7 maggio 2013 al 23 settembre 2014.
E non è finita…
Battelli ha avuto un altro prestigioso incarico dal Movimento 5 stelle che gli ha affidato la tesoreria e ben 13 milioni annui di fondi pubblici. Nel frattempo Battelli trova anche il tempo per sfornare dischi: a gennaio 2019 ha pubblicato “Fall in Love”. “Un disco -lo ha definito l’onorevole- senza troppe pretese, senza troppi filtri, senza troppa perfezione con qualche stonatura di troppo, con qualche effetto sbagliato”.
Un disco non proprio come la vita politica di Sergio Battelli.
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di Antonio Del Furbo
antonio.delfurbo@zonedombratv.it
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Il problema è che anche chiunque di noi, al posto loro, avrebbe fatto lo stesso ed anche di più, se possibile. È la mentalità che bisogna cambiare con una retro cultura che parta dalla nostra infanzia, dalla nostra educazione, dalla nostra storia, bisognerebbe rifondare l’umanità da zero,ma è una utopia, salvo che si verifichi un qualche fenomeno che costringe l’umanità, appunto, a ripartire da zero, tanto se continua tutto così come è ora, per la fine è solo questione di tempo, abbiamo imboccato tutti in vicolo senza uscita che ci porterà alla distruzione totale del genere umano.
La maggior parte dei politicanti ha fatto soltanto il politicante, questo almeno ha lavorato, ma come commesso ed ha la terza media, inoltre se ora è un voltagabbana, incapace, pronto a vendersi, è perchè lo è sempre stato, anche “prima”… il problema è la mentalità dell’elettorato, specialmente di sinistra, che ha sempre votato per ideologia, senza preoccuparsi del valore del singolo candidato.
L’apoteosi di questa pessima “forma mentis” si è avuta nei beppegrillini, dei fanatizzati che già avevano davanti a se lo sconcio di questi ipocriti, voltagabbana, profondamente ignoranti, quanto disonesti, ma non volevano vedere il “male” e li hanno votati, comunque, in massa, come un gregge gioiose pecore autoipnotizzate dagli slogan “onestà, onestà” (ma anche dalle promesse dei sussidi, del “reddito di cittadinanza”…soldi in cambio del voto) quando la realtà era sotto i loro occhi: a partire da Grillo erano e sono tutti dei voltagabbana. Ad esempio, ricordo la “battaglia”, una delle prime, di Grillo contro le “polveri sottili” svanita dopo poco, anzi la raccolta fondi per un microscopio elettronico, promesso ad alcuni ricercatori, ma mai consegnato a loro, Grillo sabotò il loro lavoro e regalò il macchinario a chi lo mise in una cantina, leggi “Il Grillo Mannaro”, ma guai a dirlo ad un elettore grillo-pecora, guai aprirgli gl’occhi: le pecore grilline NON volevano vedere.
Così votarono dei voltagabbana, ignoranti, ruffiani, disonesti, ma che lo erano già da prima ed ora, che grazie a queste pecore cieche abbiamo il peggior governo nella storia d’Italia, se lo si rinfaccia ad un’elettore grillo-pecora, capisci che la “forma mentis” non è cambiata: la colpa è dell’Umanità, dell’Universo, il Karma… di chiunque, ma non delle pecore fanatiche e cieche che hanno votato questi servi incapaci (e che voteranno ancora dei servi incapaci).
Cosa c’è da commentare? Mi pare che lo schifo si commenta da solo! I POST-IDEOLOGICI, si, della Minghia.