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Sciopero del clima: le città italiane invase dagli studenti

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“Siamo più di un milione”, esultano gli studenti chiamati a raccolta da Greta. In più di 180 città al via i cortei per il terzo sciopero globale per il clima di Fridays for Future Italia con l’adesione di Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza.

A Roma sono in 200 mila, a Milano 150 mila. Poi a seguire piazze piene a Torino e nelle città capoluogo, tra slogan e striscioni. Il clima è festoso, i ragazzi espongono manifesti, molti in inglese, che denunciano l’emergenza climatica. Migliaia di studenti, ma anche molti adulti, nessun simbolo di partiti politici, ma tanti cartelli che chiedono un cambiamento urgente delle politiche ambientali: da ‘diritto al futuro’ a ‘stop emission’, passando per ‘vi siete goduti le stelle e ci avete lasciato un cielo a pecorelle’ o ‘ci avete rotto il clima’.

Da piazza Cairoli, nel centro del capoluogo lombardo, anche tanti bambini  accompagnati da genitori o nonni. Il sindaco Giuseppe Sala annuncia: “Sì, faccio un salto al corteo dopo la riunione di giunta”. Gli studenti del Politecnico su un grandissimo lenzuolo hanno stampato i risultati di una ricerca svolta con i docenti sulla curva del cambiamento climatico dal Pleistocene a oggi e con lo scenario futuro.

A Torino il corteo parte da piazza Statuto, attraverserà il centro storico e terminerà, secondo il programma, in piazza Vittorio Veneto. “Il protocollo di Kyoto non è un film erotico giapponese”, “Ci avete rotto i polmoni”, “Proteggi la tua casa” sono alcuni dei cartelli esposti. “Da Palermo alla Valsusa la Terra è una e non si abusa” è lo slogan scandito da un gruppo di giovani .

In migliaia in piazza anche a Firenze, Bologna, Genova, Napoli, Bari, Palermo, Cagliari e Trieste. A Cagliari sono in cinquemila.  “Vi sommergeremo prima del mare. Vogliamo giustizia climatica sociale”, lo striscione in testa al corteo.

A Venezia gli studenti sul Ponte di Rialto stanno indossando maschera e boccaglio per dire “Abbiano l’acqua alla gola”. Proprio Venezia è forse la città più a rischio da un punto di vista di innalzamento del livello del mare.

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