“Su Pasquale Zagaria c’è stato un grave errore del mio ufficio”. Ad ammetterlo è Giulio Romano, ex direttore detenuti e trattamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), in riferimento alla scarcerazione dei boss del clan dei Casalesi.
Lady “Susy”, responsabile Dap che il 21 marzo firmò la circolare Covid
Una prima assunzione di responsabilità, dunque, sulla vicenda che ha imbarazzato, e non poco, anche il ministero della Giustizia.
L’ammissione di Romano
Romano ammette le proprie colpe davanti alla Commissione parlamentare Antimafia nell’ambito dell’audizione sulla circolare del 21 marzo scorso. “È stato accertato un errore nell’indicazione della posta elettronica del dipendente del Tribunale di Sassari, imputabile all’ufficio e al personale della direzione che io dirigevo”, ha spiegato Romano. In particolare, il problema sarebbe il sistema “Calliope” che consente di ottenere una “ricevuta alla posta pec” mentre se l’invio è un indirizzo di posta ordinaria “non sai se è arrivata”. Di questo problema “nessuno si era reso conto in precedenza e il problema ancora oggi è irrisolto”.
Bonafede ammette: scarcerazioni dei boss per via delle nostre leggi
Giulio Romano ha poi spiegato di aver lasciato l’ufficio di sua spontanea volontà. “Bonafede non mi ha mai chiesto di dimettermi, così come non lo hanno fatto il capo e il vicecapo del Dap. Anzi, il vicecapo mi ha detto che secondo lui non dovevo andare via”. La decisione è stata presa “perché la lotta alla mafia è la cosa su cui non si può transigere” e per il “clamore” per cui “la circolare equivale alle scarcerazioni”: “Io credo che questo sia sbagliato ma il clamore mi ha privato della serenità per restare nell’incarico”, ha affermato Romano.
Morra: “Esterrefatto”
Le parole di Romano sul caso Zagaria hanno lasciato il presidente della Commissione Antimafia “esterrefatto”. Per questo Nicola Morra ha invitato l’ex direttore a presentarsi di nuovo domani (17 giugno) davanti alla Commissione. Intanto però, “l’errore” ha portato alla scarcerazione della “mente economica” dei Casalesi: il boss, detenuto al 41bis in Sardegna, ha infatti ottenuto 5 mesi di arresti in regime di domiciliari. Il fratello del superboss Michele Zagaria si era consegnato alle forze dell’ordine, dopo 17 anni di latitanza, nel giugno del 2007. A metà aprile, la scarcerazione.