Massimo Carminati esce dal carcere. Torna libero, senza obbligo di dimora e di firma. Milanese, oggi 62enne, Carminati viene arrestato a pochi passi dalla sua abitazione di Sacrofano. Di lì a qualche giorno, finiscono in carcere altre 36 persone nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale.
Il 20 luglio del 2017 viene condannato a 20 anni di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e ad altri reati. Nel 2018 la corte d’appello riconosce la sussistenza della mafia e condanna Carminati a 14 anni e mezzo. La Cassazione annulla il verdetto nel 2019 e fissa un nuovo processo solo per la rideterminazione delle pene.
L’ex Nar ha scontato 5 anni e 7 mesi in cella. Dopo Rebibbia, va a Tolmezzo, per poi raggiungere Parma (41 bis) e Oristano.
Il 416bis, associazione a delinquere di stampo mafioso, non c’è secondo i giudici. Ed è per questo che il ‘Nero’ del ‘Mondo di Mezzo’ ha lasciato il carcere di Oristano. In taxi. Dopo tre rigetti da parte della Corte d’Appello, l’istanza dei suoi legali alla fine è stata accolta dal Tribunale della Libertà. Non essendo, i giudici, arrivati a una condanna definitiva – il processo d’Appello bis deve ancora iniziare – torna libero, nella sua dimora a Sacrofano.
Il suo nome è legato alla banda della Magliana e, soprattutto, allo storico furto al caveau della banca di piazzale Clodio. Un furto messo a segno alle cassette di sicurezza di decine di magistrati, grazie alla complicità di interni alla banca e di forze dell’ordine.
Mistero Bonafede
Sulla scarcerazione il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha delegato l’ispettorato generale del ministero a svolgere “i necessari accertamenti preliminari”, spiegano da via Arenula. Intanto, però, lo stesso Bonafede, incassato il parere positivo della Dda di Roma e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, ha firmato il decreto di revoca del 41 bis per Carminati, che oggi torna libero.