L'acqua "buttata" di Pennapiedimonte: migliaia di litri nel vallone mentre i Comuni sono a secco
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Mentre la carenza idrica affligge i Comuni serviti dall’acquedotto dell’Avello, a Pennapiedimonte si consuma un paradosso inquietante.

Sasi, l’acqua “buttata” di Pennapiedimonte: litri dispersi nel vallone mentre i Comuni sono a secco. L’acqua delle sorgenti, anziché essere convogliata nella rete idrica, viene sprecata, sgorgando senza controllo nel Vallone del Balzolo. Questo avviene mentre migliaia di cittadini sono costretti a vivere con rubinetti a secco per gran parte della giornata.

Un’emergenza ignorata

A Pennapiedimonte, il serbatoio che dovrebbe raccogliere e distribuire l’acqua è perennemente pieno. Quando supera la capienza massima, l’acqua tracima, scivolando lungo le rocce verso valle. Questa scena, visibile a occhio nudo da settimane, lascia esterrefatti gli escursionisti e gli abitanti della zona. Si parla di una risorsa preziosa che avrebbe dovuto alleviare le sofferenze idriche di sei Comuni dell’Avello, tra cui Orsogna e Guardiagrele, i centri più grandi e colpiti dai disagi.

Le chiusure nei Comuni dell’Avello

Ecco il quadro della situazione in alcuni Comuni circa gli orari di chiusura dell’acqua:

  • Orsogna: dalle 14:00 alle 6:00 del mattino seguente.
  • Guardiagrele: dalle 10:00 alle 18:00 e dalle 21:00 alle 6:00.
  • Filetto: dalle 22:00 alle 6:00.
  • San Martino sulla Marrucina, Casacanditella e Pennapiedimonte: dal 16 al 23 dicembre, l’acqua mancherà dalle 20:00 alle 6:00.
  • Orsogna e Fresagrandinaria: l’acqua sarà disponibile solo dalle 6:00 alle 14:00.

Questi orari, a pochi giorni dal Natale, non fanno che aggravare le difficoltà per famiglie e attività commerciali, già messe a dura prova.

La narrazione ufficiale contro la realtà

Nonostante le evidenze, la SASI, ente gestore della rete idrica, sostiene che la carenza d’acqua sia dovuta a una disponibilità insufficiente della risorsa. Tuttavia, il video che accompagna questo articolo svela una verità ben diversa: acqua che sgorga in abbondanza e si disperde, mentre i Comuni a valle soffrono la sete.

Il presidente della SASI, Gianfranco Basterebbe, ha dichiarato in un recente comunicato che “è tutto sotto controllo”. Ma le immagini e le testimonianze locali raccontano una storia di inefficienza, disorganizzazione e, forse, qualcosa di più.

Domande senza risposta

La situazione solleva interrogativi legittimi: è semplice incompetenza o c’è dell’altro dietro questa cattiva gestione? Lo spreco di una risorsa essenziale come l’acqua può essere considerato un caso di interruzione di pubblico servizio?

Secondo lo statuto della SASI, l’ente è tenuto a garantire una gestione ottimale della risorsa idrica. Ma i fatti dimostrano che tale obiettivo è ben lontano dall’essere raggiunto.

L’impatto sui cittadini

“Non possiamo accettare che l’acqua venga sprecata mentre noi restiamo senza,” dichiara un residente di Orsogna. “Paghiamo bollette salate e riceviamo un servizio indegno.”

I disagi non riguardano solo le famiglie, ma anche le attività commerciali, che si trovano a dover fronteggiare una maggiore domanda di acqua nel periodo natalizio senza poter contare su una fornitura stabile.

Un sistema che non funziona

Il problema va oltre la semplice incompetenza. Le immagini di Pennapiedimonte, con l’acqua che sgorga senza controllo, rappresentano una ferita aperta per le comunità dell’Avello. Questa gestione inefficiente non solo danneggia i cittadini, ma compromette anche la fiducia nelle istituzioni locali.

“Dove sono le autorità?” si chiede un cittadino di Guardiagrele. “È ora di smetterla con le scuse e intervenire per risolvere il problema.”

Dovere di spiegare

La SASI ha il dovere di spiegare come mai l’acqua disponibile venga sprecata e non immessa in rete. La gestione dell’acqua è una responsabilità cruciale, soprattutto in un contesto di emergenza idrica. I cittadini dei Comuni dell’Avello meritano risposte chiare e azioni immediate.

Nel frattempo, il Natale si avvicina, e con esso la prospettiva di un altro anno segnato da disagi e inefficienze. Questa situazione non può più essere tollerata: è tempo che le istituzioni intervengano per garantire che l’acqua torni a essere un diritto fondamentale, non un privilegio.

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