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Sardegna: un’invasione di pale eoliche minaccia il cuore verde dell’isola

Sardegna: un’invasione di pale eoliche minaccia il cuore verde dell'isola

Nel cuore della Sardegna, tra l'incrocio di Santa Giusta e Arborea, lo scenario è desolante: alberi secolari abbattuti, ridotti a polvere

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Nel cuore della Sardegna, tra l’incrocio di Santa Giusta e Arborea, lo scenario è desolante: alberi secolari abbattuti, ridotti a polvere, testimoniano l’inizio di una nuova devastazione ambientale.

Sardegna: un’Invasione di pale eoliche minaccia il cuore verde dell’isola. In un lungo reportage de “I mondi del benessere.it si comprende come la Sardegna si prepara ad accogliere circa 3.000 pale eoliche e numerosi parchi fotovoltaici. Un’invasione tecnologica che minaccia di stravolgere il paesaggio, l’ecosistema e la cultura millenaria di questa terra.

Gli 800 progetti al vaglio del governo

Il governo ha già ricevuto oltre 800 progetti da società italiane ed estere, tutte desiderose di collegarsi al sistema energetico nazionale per ottenere incentivi e rimborsi. Tuttavia, questa ondata di modernizzazione energetica potrebbe compromettere in modo irreparabile la bellezza naturale e l’eredità archeologica dell’isola, mettendo in pericolo anche il turismo e l’agricoltura, settori vitali per l’economia locale.

Fiorenzo Caterini, scrittore e antropologo, ha spiegato come la privatizzazione delle terre e le riforme dei Savoia, in particolare l’Editto delle Chiudende, abbiano permesso ai privati di saccheggiare le risorse boschive dell’isola. Questo atto di distruzione trasformò un paradiso verdeggiante in una terra arida e impoverita, spezzando il legame vitale tra i sardi e la loro terra.

Come la deforestazione amazzonica

Il parallelo con la deforestazione amazzonica è evidente: entrambi i casi mostrano come l’economia di mercato possa distruggere ecosistemi vitali e comunità indigene in nome del profitto. In Sardegna, come in Amazzonia, le risorse naturali vengono trattate come semplici merci, e le popolazioni locali come ostacoli da eliminare.

Oltre al disboscamento, altri interventi esterni hanno ulteriormente danneggiato l’ambiente sardo. Dopo aver perso gran parte delle sue foreste, l’isola fu spinta verso la monocoltura ovina e divenne dipendente dal mercato estero per il Pecorino Romano. Questo cambiamento economico portò a disastri ambientali come alluvioni, frane e incendi, rendendo la terra ancora più vulnerabile.

Caterini sottolinea che la Sardegna non è mai uscita dalla sua condizione di dipendenza economica e sfruttamento. Oggi, la nuova minaccia è rappresentata dalle energie rinnovabili, che potrebbero distruggere ulteriormente il paesaggio unico dell’isola, danneggiando il suo patrimonio archeologico e monumentale e comprimendo settori economici cruciali come il turismo e l’agroalimentare.

L’ultimo capitolo del libro di Caterini, “Disboscare il mondo”, si apre con un canto dei Pigmei: “Il mio cuore è tutto felice/ il mio cuore si gonfia nel cantare/sotto gli alberi della foresta/ la foresta è la nostra casa/ e la nostra madre”. Questa citazione riflette la profonda connessione tra le comunità indigene e la loro terra, una connessione che in Sardegna rischia di essere spezzata per sempre dall’invasione delle pale eoliche e dei parchi fotovoltaici.

L’augurio è che i sardi possano fermare questa nuova ondata di devastazione, proteggendo la loro terra da chi vuole saccheggiarla senza rispetto. Solo così potranno preservare il loro ambiente, la loro cultura e il loro futuro, evitando di lasciare alle generazioni future un paesaggio desolato e irreparabilmente danneggiato.

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