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Sanitopoli d’Abruzzo, l’atto di citazione spedita alla Regione e i fondi mai pagati ad Angelini

Sanitopoli d'Abruzzo, l'atto di citazione spedita alla Regione e i fondi mai pagati ad Angelini

La Sanitopoli d'Abruzzo si tinge di altri fatti importanti. La difesa di Angelini trascina la Regione in tribunale per i mancati pagamenti

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Dopo l’annullamento da parte del tribunale di Chieti della decisione della Procura di confiscare il presunto “tesoro” di Vincenzo Angelini, valutato 32 milioni di euro, arriva l’atto di citazione nei confronti della Regione Abruzzo per fondi mai incassati.

Luci e ombre sulla sanitopoli d’Abruzzo. Si accende un faro su tutta la vicenda del fallimento di Villa Pini ed anche sul pesante coinvolgimento dell’allora titolare, ancora oggi sottoposto al carcere domiciliare.

Come avevamo anticipato in un precedente articolo, nella relazione semestrale depositata presso il tribunale fallimentare di Chieti il 31 dicembre del 2020 si scopre che il curatore fallimentare a quella data ha materialmente incassato 183.728.523,38 milioni derivanti da crediti per prestazioni 2005-2007, e che ha cause in corso per il recupero di ulteriori 63.420.408,10 milioni. Cifre che aprono a più di un dubbio sulla gestione della Sanitopoli.

La domanda a cui si dovrà rispondere, anche alla luce e in conseguenza della condanna definitiva dell’allora presidente della Regione Ottaviano Del Turco per “induzione indebita”, è se la clinica Villa Pini sarebbe fallita avendo ricevuto le somme a cui aveva diritto per le prestazione effettuate. 

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E oggi c’è un ulteriore salto in avanti sulla vicenda. Annamaria Sollecito, cita in giudizio, in qualità di persona fisica,
creditrice e garante della Novafin s.p.a. , “chiedendo la condanna della Regione Abruzzo, rea di non avere erogato alla Novafin spa ed alle società controllate e collegate le prestazioni dovute, al ristoro dei danni patiti”.

In sostanza la Sollecito, che era anche socia della Novafin, trascina in tribunale, per mezzo del suo avvocato Ugo Della Monica, l’ente regionale colpevole di non aver erogato i fondi necessari alla sopravvivenza della società di cui Vincenzo Angelini era azionista di maggioranza.

La Novafin s.p.a. è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Chieti con sentenza n.15/2010. “Fallimento e decozione – si legge nell’atto – della società scaturito dal mancato incasso da parte della predetta società e delle altre società del Gruppo Angelini di euro 250.000.000,00 per prestazioni sanitarie svolte a favore delle varie ASL appartenenti alla Regione Abruzzo”.

I passaggi societari

Fondamentali i passaggi societari avvenuti nel corso degli anni. Tra l’altro la Novafin s.p.a. aveva numerose partecipazioni in altre società. Ma andiamo per ordine.

Il 12 gennaio del 1982 venne costituita la società Nova Gas s.r.l. dai signori Sergio ed Emidio Luciana, con capitale sociale di lire 20.000.000, la cui denominazione societaria venne poi mutata dapprima in Nova leasing S.r.l. e poi in Novafin s.r.l.. Il 2 aprile del 1993 la Novafin srl si trasformò in s.p.a e fu deliberato, ai fini dell’iscrizione della
predetta società nell’elenco degli intermediari operanti nel settore finanziario, un aumento del capitale sociale in lire 1.000.000.000 (un miliardo) con approvazione del nuovo testo dello statuto societario. Dopo una serie di passaggi e modifiche concernenti l’oggetto sociale, descritte nella relazione che si allega a firma dei Dott.ri Sergio Spinelli e Pietro Iavarone, alla data del 31.12.2007, il 50% del capitale sociale apparteneva al sig. Vincenzo Maria
Angelini ed il restante 50% proprio alla Sollecito.

Le partecipazioni societarie della Novafin s.p.a.

E torniamo al punto che accennavamo. La società Novafin s.p.a aveva partecipazioni consistenti nelle seguenti società appartenenti al Gruppo Angelini:

Le fideiussioni personali della Sollecito

La Sollecito all’epoca sottoscrisse, in qualità di rappresentante della Novafin, fideiussioni personali in favore di istituti di credito, con garanzia diretta ed a prima istanza per l’importo complessivo di euro 31.020.000,00 di cui:

Banca Popolare dell’Adriatico spa per euro 14.472.000,00;

Banca Adriatica s.p.a per euro 6.000.000,00;

Monte Paschi di Siena per euro 7.750.000,00;

Banca Popolare di Lanciano e Sulmona per euro 3.0983.000,00.

Dall’esame del contenuto dello stato passivo reso esecutivo della società Novafin spa, risultano infatti essere sottoscritte le seguenti fideiussioni dirette ed indirette con obbligazioni solidale a favore degli istituti di credito, riguardanti sia la stessa società Novafin spa , che le altre società del gruppo Angelini, collegate e controllate dalla stessa società Capogruppo per l’ importo complessivo di insinuazione pari ad euro 130.258.000,00 e nella specie:

1) Efibanca Spa di €811.000,00 per Villa Pini Srl;
2) Caripe Spa di €2.026.000,00 per Villa Pini Srl;
3) Carichieti Spa di €1.757.000,00 per Villa Pini Srl;
4) Unicredit Spa di €14.163.000,00 per Villa Pini Srl.

E ancora:

5) Unicredit Spa di €1.068.000,00 per Villa Pni Srl;
6) Caripe Spa di €22.00′ 0,00 per Novafin Spa;
7) Unicredit di €444.000,00 per Novafin Spa;
8) Unicredit di €159.000,00 per Novafin Spa;
9) Unicredit di €1.951.000,00 per Novafin Spa;
10) Unicredit di €26.039.000,00 per Gruppo Angel.i.ni;
11) Unicredit di €1.317.000,00 per Gruppo Angelini;
12) Carichieti dui €607.000,00 per Novafin Spa;
13) BPLS di €6.275.000,00 per Gruppo Angelini;
14) GE Capita! Spa di €617.000,00 per Villa Pini Srl;
15) BPA di €5.922.000,00 per Villa Pini Srl;
16) Carispaq di €2.637.000,00 per Villa Pini Srl;
17) Carispaq di €196.000,00 per Gruppo Angelini;

18) Carispaq di €2.369.000,00 per Gruppo Angelini;
19) Carispaq di €631.000,00 per Gruppo Angelini;
20) MPS di €749.000,00 per Gruppo Angelini;
21) MPS di €350.000,00 per Gruppo Angelini;
22) MPS di €1.945.000,00 per Gruppo Angelini;
23) MPS di €367.000,00 per Gruppo Angelini;
24) Banca Marche di €13.244.000,00 per Villa Pini Srl;
25) Banca Marche di €4.055.000,00 per Villa Pini Srl;
26) Deutsche Bank di €3.000.000,00 per Gruppo Angelini;
27) Unicredit di €1.405.000,00 per Gruppo Angelini;
28) Tercas di €7.042.000,00 per Villa Pini Srl;
29) Banca Pop Etruria di 25.356.000,00 per Gruppo Angelini;
30) Unicredit Leasing di €1.431.000,00 per Gruppo Angelini;
31) Unicredit di €2.302.000,00 per Gruppo Angelini.

Fideiussioni a favore di detti istituti di credito, rilevabili dal contenuto nella nota integrativa di bilancio depositata al registro delle Imprese della società Novafin spa per l’esercizio chiuso al 31.12.2007.

La responsabilità della Regione Abruzzo

Quali le responsabilità dell’ente regionale? “L’evocazione nel presente giudizio della Regione Abruzzo – si legge nell’atto di citazione dell’avvocato Della Monica – è dovuta alla circostanza che la Dichiarazione di fallimento è stata generata esclusivamente dal comportamento ossequiato dalla Regione stessa che, a decorrere dall’anno 2005, ometteva di effettuare i pagamenti in favore delle società controllate, prima fra tutte la Casa di Cura di Villa Pini d’Abruzzo srl, al 100% in proprietà della stessa Novafin spa, delle somme riconosciute dovute dal predetto ente regionale per le prestazioni di servizi assistenziali svolte in regime di accreditamento per un ammontare pari ad oltre 150 milioni di euro per la sola società Casa di Cura Villa Pini d’Abruzzo”. Un comportamento, quello della Regione, “determinava l’impossibilità di fronteggiare i costi di gestione anche delle altre società controllate dalla capogruppo Novafin s.p.a. dal 2010 al 2011, ingenerando anche il fallimento di dette strutture”.

In sintesi la Regione Abruzzo ha prodotto indirettamente, oltre al fallimento della Novafin s.p.a. anche il fallimento delle controllare, ovvero della Villa Pini srl, Santa Maria srl, San. Stef. A.R. Srl, Maristella srl, Sanatrix srl, Piccolo Rifugio La Cicala srl. Accreditamenti che Regione Abruzzo aveva contrattualizzato nel 1993 rinnovandolo fino all’11/03/2005 “ai fini delle prestazioni di assistenza ospedaliera erogate dalle strutture private, sempre in attesa che la Regione Abruzzo provvedesse all’accreditamento definitivo delle stesse”.

L’azzeramento del gruppo

Successivamente al fallimento la Curatrice, la Dr.ssa Ivone, “riusciva ad ottenere dalla Regione Abruzzo le somme dovute; somme che, se fossero state  corrisposte quando dovuto, non avrebbero determinato il fallimento della  società Novafin e delle società da essa controllata o ad essa collegate e  dunque il danno patito dalla Sig.ra Sollecito e per cui oggi è causa”.

È legittimo pensare, dunque, che se la Regione avesse pagato le somme centinaia di lavoratori stessero ancora al loro posto? E soprattutto: è probabile che la compagine societaria rappresentasse ancora un polo di riferimento per l’Abruzzo?

di Antonio Del Furbo

antonio.zonedombratv.it

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