Il leader leghista ha più volte ribadito la sua intenzione di chiudere tutti i campi rom entro la fine della legislatura.
Matteo Salvini, dunque, al centro dell’invettiva rom specie ora in piena campagna elettorale e, soprattutto, dopo il caso dell’assegnazione della casa popolare assegnata a una famiglia nomade. Nel 2017, secondo un report dell’Associazione 21 luglio, in Italia si contavano ben 148 campi abusivi. Nel 2018, invece, il dato è aumentato così come l’illegalità e il crimine.
Illegalità diffusa anche nei campi rom autorizzati dal Comune. Come, ad esempio, quello di via Chiesa Rossa, a Milano, dove sono stati rubati 40mila euro a Lele Mora per una finta partita di champagne e c’è stata una sparatoria tra rivali lo scorso luglio. Nel 2016 tre marocchini sono stati rapinati e, sempre lo stesso anno, sono state trovate all’interno del campo 130 armi tra spade, coltelli e macheti.
In un video sono stati raccolti alcuni degli insulti e delle minacce fatte alla Lega e al suo leader. Nell’ultimo in ordine cronologico c’è, addirittura, chi augura la morte al ministro dell’Interno. Il luogo da dove è partito l’insulto si trova nella periferia meridionale del capoluogo lombardo. “Salvini? Salvini deve morire”, ha urlato una rom con tanto di gesto con le braccia.
Ma i rom, in diverse occasioni, non hanno risparmiato nemmeno le donne. A novembre 2014 l’allora consigliera comunale Lucia Borgonzoni fu picchiata, insultata e cacciata in malo modo da una rom in un campo durante una visita annunciata e organizzata da tempo. Da non dimenticare anche i cori contro Salvini nel 2016, al campo nomadi di via Candoni, a Roma. “Vai via, schifoso!”. E ancora: “Avvoltoio!”.