L’obiettivo, spiega Vladimir Putin, è “smilitarizzare e denazificare” il Paese. E avverte: “Per tutti coloro che dall’esterno cercheranno di interferire: la risposta della Russia porterà a conseguenze che non avete mai sperimentato”. Appena dopo la fine del suo discorso, arrivano notizie di esplosioni da Kharkiv a Est a Odessa a Ovest passando per Kiev.
L’inizio
A Mosca sono da poco passate le 5.45 del mattino quando il presidente russo Vladimir Putin compare in tv e annuncia: “Ho deciso di autorizzare un’operazione militare speciale” nel Donbass, in Est Ucraina. È la sua dichiarazione di guerra. Non solo contro Kiev. “In caso di interferenze esterne”, avverte, la risposta della Russia avrà “conseguenze mai viste”.
La dichiarazione di guerra
“Ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, con l’approvazione del Consiglio della Federazione, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale”, annuncia il presidente in un discorso mandato in onda su Rossija-24 aggiungendo di contare sulla “posizione consolidata del Parlamento” su questo tema.
L’obiettivo, prosegue, è “difendere le persone vittime degli abusi e del genocidio commesso dal regime di Kiev”. “Ci impegneremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina. E anche per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa”, afferma Putin. “Le nostre azioni sono un’autodifesa contro le minacce”.
Nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto alla Russia porterà alla sconfitta e alle terribili conseguenze per un potenziale aggressore”, aggiunge perentorio.
No occupazione
Il presidente russo sottolinea che “i piani della Russia non includono l’occupazione delle terre ucraine”, ma nel suo discorso di lunedì ha già fatto capire di non riconoscere la sovranità di Kiev sul suo territorio. “Non imponiamo nulla a nessuno con la forza. La libertà è al centro della nostra politica”.
Poi si rivolge ai militari dell’Ucraina: “Padri, nonni e bisnonni non hanno combattuto contro il nazismo per servire la giunta antipopolare oggi. Deponete le armi e potrete tornare a casa in sicurezza”. “Ogni responsabilità dello spargimento di sangue ricadrà sul regime di Kiev”.
Pronti a tutto
“Siamo pronti a tutto”, minaccia. “Per tutti coloro che dall’esterno cercheranno di interferire: la risposta della Russia porterà a conseguenze che non avete mai sperimentato. La politica dell’impero della menzogna si basa sulla forza bruta e sappiamo che la vera forza è nella giustizia e nella verità, che è dalla nostra parte. La sicurezza della patria sarà garantita in modo affidabile”.
“Gli eventi di oggi non sono legati ad attaccare gli interessi dell’Ucraina e il popolo ucraino. Riguardano la difesa degli interessi della Russia stessa contro coloro che hanno preso l’Ucraina in ostaggio e che cercando di usarla contro il nostro Paese e il nostro popolo”.
Gli appelli dell’Onu
Putin parla mentre a New York è in corso una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza per scongiurare la Russia di cercare una soluzione diplomatica e dopo che il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha tentato l’ultima carta: un accorato appello in russo, sua lingua natale, ai russi: “Aiutateci a fermare la guerra”. Appelli caduti nel vuoto.
Le esplosioni
Non appena Putin finisce di parlare, dall’Ucraina arrivano notizie di esplosioni: da Kharkiv a Est a Odessa a Ovest passando per la capitale Kiev e il suo aeroporto. È la stessa tv russa a mostrare una mappa delle città ucraine sotto attacco.
Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba scrive su Twitter: “Putin ha lanciato un’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Città ucraine pacifiche sono sotto attacco. Questa è una guerra d’aggressione. L’Ucraina difenderà se stessa e vincerà. Il mondo può e deve fermare Putin. Il tempo di agire è adesso”.