Russia: per la guerra in Ucraina Mosca arruola 16mila mercenari siriani. Un cattivo segnale
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Sarebbero oltre 16mila i “volontari” di vari Paesi del Medio Oriente che hanno espresso la volontà di essere arruolati per combattere nel Donbass con i filorussi, con le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.

A riferirlo il ministro della Difesa di Mosca Sergej Shoigu.

“Stiamo ricevendo un numero colossale di richieste da volontari di vario tipo di vari Paesi che vogliono andare nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk per unirsi a quello che chiamano un movimento di liberazione”, le parole di Shoigu. Il numero maggiore arriva appunto dal Medio Oriente, da dove “abbiamo ricevuto ben 16mila richieste”.

Richieste di arruolamento che, continua il ministro, saranno esaudite: “Riteniamo sia giusto farlo, in quanto queste persone non vogliono denaro ma parlano dal cuore”. Anche perché, ha fatto sapere Shoigu, molti di questi volontari “nell’ultimo decennio hanno combattuto contro l’Isis”.

Il presidente ucraino Zelensky taglia corto e definisce questi presunti volontari dei “mercenari siriani”.

Mosca sta inoltre valutando di distribuire le armi ucraine sequestrate durante la guerra proprio ai miliziani filorussi del Donbass. In particolare i missili anticarro Javelin e quelli antiaerei Stinger.

Nei giorni scorsi il quotidiano panarabo Al Arabi al Jadid ha pubblicato un articolo in cui si è fatto riferimento alla presenza in Siria dei contractors della Wagner. Quest’ultima è la società privata fondata ne 2014 da Dmitriy Valeryevich Utkin, un ex colonnello delle forze speciali russe nato però, per i curiosi intrecci che solo la storia a volte sa creare, in Ucraina.

Ufficialmente in Russia compagnie del genere sono vietate.

Ma il 2014 è stato un anno molto caldo per Mosca. Ci si avvicinava all’operazione in Siria e si stava aprendo il fronte ucraino, con la rivolta di Euromaidan che spinge il Cremlino all’annessione della Crimea e al sostegno indiretto e non ufficiale ai combattenti filorussi del Donbass.

La Russia cioè aveva bisogno di forze. E quelle dei contractors della Wagner facevano al caso di Mosca. Vero “trascinatore” economico della società è Evgheny Prigozhin, soprannominato “il cuoco di Putin”.

Iniziata l’operazione in Siria, i contractors sono andati anche lì. Secondo Al Arabi Al Jadid, i combattenti della Wagner in territorio siriano sarebbero stati impegnati negli ultimi anni nel sorvegliare i giacimenti di gas e petrolio situati nelle zone in mano a Damasco. Si tratta soprattutto di quelle intorno a Palmyra e nella campagna orientale della provincia di Homs.

Adesso da qui sarebbero già stati trasferiti a Latakia e, in particolare, nella base militare che ospita il quartier generale delle forze russe in Siria. Sempre secondo il quotidiano panarabo, i contractors si appresterebbero a partire per l’Ucraina. Se questo fosse confermato, vuol dire che Mosca ha in questo momento maggior bisogno di uomini per la campagna militare avviata il 24 febbraio scorso. E inoltre che, per la prima volta, sarebbe attestata la presenza di contractors russi della Wagner in Ucraina.

La Russia dal 2015 è impegnata in una delicata operazione in Siria a sostegno del governo di Damasco.

Una missione in parte riuscita. Il presidente Bashar Al Assad è riuscito a conservare il potere e a riconquistare gran parte del territorio siriano, occupato negli anni precedenti da gruppi islamisti e jihadisti, Al Nusra e Isis in primis.

Un’operazione però ancora in corso, perché nel frattempo la guerra in Siria non è affatto finita. E che sta costando tanto alla Russia, sia in termini economici che di forze impiegate sul campo.

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