L’esecutivo sta lavorando su un nuovo Ristori a sostegno alle attività colpite dall’emergenza coronavirus.
Il nuovo decreto Ristori (il quinto) verrà alimentato da un ulteriore scostamento di bilancio e accompagnato dalla rottamazione e dal saldo e stralcio per le cartelle esattoriali. “Tutte le attività che rimarranno chiuse saranno ristorate“, ha assicurato il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, nella riunione con le Regioni.
Lo scostamento
Il nuovo scostamento vale 25 miliardi, un punto e mezzo di Pil, come confermato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Il premier Giuseppe Conte ha annunciato che la misura arriverà nel Consiglio dei ministri questa settimana. Dovrà essere votato a maggioranza assoluta in Parlamento.
I paletti del Ristori
L’erogazione dei contributi non terrà conto, come accaduto finora, del calo di fatturato in rapporto al mese corrispondente del 2019 ma verranno tenute in considerazione le perdite di un intero semestre (il primo). Verrà superato anche il criterio dei codici Ateco per individuare le attività da risarcire ed estendere i contributi a tutti coloro che hanno subito perdite. Una novità dovrebbe essere anche l’inclusione dei professionisti iscritti agli ordini.
Le cartelle fiscali
L’aiuto arriva anche da una nuova rottamazione e dal saldo e stralcio per le cartelle esattoriali. Terminata la sospensione dell’invio delle cartelle e di altri atti, dal 1° gennaio, è in arrivo valanga di avvisi: circa 50 milioni di atti. Il viceministro all’Economia, Laura Castelli ha parlato di “un intervento strutturale che cancelli quanto non è più recuperabile (ad esempio cartelle riferite a persone decedute, ad aziende fallite“. “Poi ci sono gli anni che vanno da 2016 al 2020” con due generi di questioni:
“Le cartelle che sono già arrivate, su cui bisogna dare la possibilità di fare una nuova rottamazione a quelle persone che hanno aggiunto difficoltà a difficoltà che già avevano, e le cartelle che non sono ancora state emesse. Qui il nostro compito deve essere fare in modo che se ne emettano il meno possibile”.
Il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, rispondendo alle domande dei deputati della commissione Finanze, ha precisato:
“Qualunque nuova rottamazione o forma di pace fiscale non può prescindere dall’invio degli atti e delle cartelle da parte dell’agenzia delle Entrate e di Entrate-Riscossione“.
La diluzione
Il governo pensa a una diluizione degli avvisi su più anni. Di diluizione “molto molto lunga” ha parlato anche Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al Mef in quota Leu, che nel quinto decreto Ristori non esclude l’utilizzo di un’eventuale sospensione delle tasse sulla scia dei precedenti provvedimenti. Un modo per alleviare i problemi di liquidità delle imprese.
L’esdebitazione
A Bruxelles si ragiona su una direttiva che rende più semplice la cessione dei crediti alle società di riscossione. In Italia, invece, la strada scelta dal Parlamento è quella di anticipare le norme principali del nuovo “Codice della crisi di impresa”. Il documento entrerà in vigore l’1 settembre. Sono norme che vengono incontro alle famiglie e alle imprese cariche di debiti a tal punto da non essere più in grado di ripagarli. Oltre alla semplificazione delle procedure c’è la possibilità di “esdebitazione”. Si tratta cioè di cancellazione del debito ma solo una tantum, per il debitore incapiente e “meritevole”. L’obbligo sarà quello di restituire il dovuto se nei quattro anni successivi invece la sua situazione economica cambiasse e ne avesse quindi la possibilità.
Secondo dunque la legge 18 dicembre 2020 n.176, il debitore incapiente, che però non si ritrovi in questa condizione per sua colpa, o dolo, “persona fisica” e “che non sia in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura”, può accedere all’esdebitazione solo per una volta, “fatto salvo l’obbligo di pagamento del debito entro quattro anni dal decreto del giudice laddove sopravvengano utilità rilevanti che consentano il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al dieci per cento”.
La l.176/2020 semplifica le procedure se la situazione di sovraindebitamento riguarda i componenti di una stessa famiglia: in questo caso si ha la possibiltà di presentare un’unica domanda.
Altra novità favorevole ai consumatori indebitati è la norma che sanziona gli intermediari finanziari che concedono credito senza aver prima verificato il merito creditizio: in definitiva, chi concede prestiti deve accertarsi che chi li riceve sia in grado di ripagarli mantenendo nello stesso tempo un tenore di vita dignitoso. La correttezza deve essere reciproca.