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Stando ai documenti che man mano stanno venendo alla luce, alcuni sapevano che l’hotel Rigopiano si trovava in serie difficoltà. Come mai la telefonata di Quintino Marcella e la comunicazione di Bruno Di Tommaso non hanno sortito effetti?

di Antonio Del Furbo

Intanto, in questa tragedia, si aggiunge un altro elemento che potrebbe darci conto dell’ora precisa in cui la valanga ha investito l’hotel. Il gestore della struttura, Roberto Del Rosso, sta provvedendo alla sicurezza dei clienti e comunica attraverso Whatsapp con la moglie. Rosso riferisce alla donna di non essersi accorto del terremoto perché impegnato a pulire  il piazzale e chiede, sempre tramite messaggio, l’epicentro e il grado dell’ultima scossa.

Alle 16,48 la moglie di Del Rosso risponde con due messaggi che risultano consegnati ma non letti. Qualche secondo dopo la donna invia un terzo messaggio che, a differenza dei precedenti, non arriva al cellulare di Del Rosso. La moglie a quel punto prova a chiamare ma il telefono suona a vuoto e dopo alcuni minuti non sarà più raggiungibile.

Dunque il disastro sarebbe avvenuto tra le 16.30 e le 17, ovvero tra i quaranta e i settanta minuti prima rispetto all’orario riferito da Quintino Marcella, il datore di lavoro del cuoco ospite del Rigopiano. 

E anche sul caso di Marcella ci sono dettagli ancora da capire. Marcella chiama ripetutamente i numeri dell’emergenza fino a quando risponde una donna:

“Ancora questa storia? Abbiamo verificato, abbiamo sentito l’albergo, la notizia è stata smentita, è una delle tante bufale di questi giorni”

La donna è un’operatrice della Protezione civile che adesso rischierebbe di essere indagata.

La telefonata è delle 18:20 di mercoledì 18 gennaio. Marcella chiama l’operatrice e afferma:

“Mi ha chiamato un mio amico, è crollato l’Hotel Rigopiano, ha moglie e figli. Ci sono altre persone”.

E l’operatrice risponde:

“Ancora questa storia? Abbiamo verificato, abbiamo sentito l’albergo, la notizia è stata smentita, è una delle tante bufale di questi giorni”.

Marcella ribatte: “Ma come? Se il mio amico ha detto che l’albergo è crollato deve essere così”.

Operatrice: “Mi dia il numero lo chiamo io”.

Marcella: “Guardi che lassù non prende bene, cade la linea”.

Operatrice:“Allora è uno scherzo”

Marcella:“Uno scherzo del genere con il suo telefono?”.

Operatrice: “Glielo avranno preso per fare uno scherzo”.

Non trascurabile, poi, l’allarme valanghe che era stato lanciato dalla Forestale di Rigopiano e rilanciato dal comando regionale dell’Aquila attraverso il servizio Meteomont.

E qui viene fuori un altro dettaglio inquietante: la Prefettura non avrebbe diffuso il documento:

“Il Comune non ha mai ricevuto l’allerta valanghe” ha detto il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta.“Abbiamo ricevuto solo il bollettino della Protezione civile sulle avverse condizioni meteo e sull’arrivo di una forte nevicata”.

Altro aspetto inquietante è che Provincia di Pescara, Prefetto di Pescara, sindaco di Farindola e Polizia provinciale, sapevano alle 7 del 18 gennaio che Rigopiano era isolata. Sapevano anche che per raggiungere la struttura sarebbe servita una turbina. L’informazione era arrivata da chi era sulle strade a pulire dalle 3 della notte. 

In una mail che Del Rosso invia agli enti c’è scritto:

“Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d’accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro”.

E cme mai le turbine spazzaneve, tra cui una di proprietà dell’Anas e che era a venti km dall’hotel proprio il mercoledì non è stata dirottata a Rigopiano?

Alla Provincia di Pescara fu comunicato alle 7 del mattino dagli operatori spazzaneve che avevano provato a pulire le strade durante la notte, che la situazione era drammatica. E la mail che Bruno Di Tommaso, proprietario dell’hotel invia a Prefettura, Comando di Polizia provinciale e Comune lo conferma.

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