La redazione del programma Rai Report e la casa dell’inviato della trasmissione Paolo Mondani sono state perquisite.
Questa mattina la Direzione investigativa antimafia, su mandato della procura di Caltanissetta, ha bussato alle porte della trasmissione d’inchiesta andata in onda ieri sera su Rai Tre e dell’inviato autore del servizio “La bestia nera”, durante il quale Report ha provato a ricostruire, a 30 anni di distanza, i legami tra estremisti di destra e uomini di mafia nell’omicidio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, e degli uomini della scorta.
La perquisizione “a carico di un giornalista di Report, che non è indagato non riguarda – assicura il procuratore Salvatore De Luca – in alcun modo l’attività di informazione svolta dal cronista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente a una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario”.
A dare notizia delle perquisizioni è stato Sigfrido Ranucci, conduttore e autore di Report, vicedirettore di Rai Tre. Il motivo delle perquisizioni, scrive Ranucci su Facebook, “sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci. Gli investigatori cercano atti e testimonianze su telefonini e pc”.
Poi spiega: “Da parte nostra c’è massima collaborazione. Siamo contenti se abbiamo dato un contributo alla magistratura per esplorare parti oscure. Il collega – sottolinea il conduttore del programma – aveva già avuto un colloquio con il procuratore. Noi siamo sempre stati collaborativi con la giustizia, pur garantendo il diritto alla riservatezza delle fonti”. Ranucci aggiunge poi che “il decreto di perquisizione riporta la data del 20 maggio, cioè tre giorni prima della messa in onda del servizio”. “Non è un atto ostile nei nostri confronti – conclude – Ovviamente abbiamo messo al corrente l’ufficio legale, l’ad Fuortes e il nostro direttore”.
In una nota della Procura di Caltanissetta si legge:
“Per verificare la genuinità delle fonti” alla base della puntata di Report dedicata alla strage di Capaci, la Procura di Caltanissetta “ha disposto una perquisizione a carico di un giornalista di Report, che non è indagato”, Paolo Mondani. “Tale perquisizione non riguarda in alcun modo l’attività di informazione svolta da tale giornalista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario”, riporta la nota.
“Sia nel corso delle conversazioni intercettate, che nel corso degli interrogatori da lui resi, al pubblico ministero e ai carabinieri, il collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero“, citato nella trasmissione di ieri su Report, “non fa alcuna menzione di Stefano Delle Chiaie – afferma il procuratore di Caltanissetta, De Luca – Sono del tutto destituite di fondamento le affermazioni circa la sussistenza di specifiche e tempestive dichiarazioni rese da Lo Cicero sugli argomenti sopra indicati e, quindi, che sarebbe stato possibile evitare la strage di Capaci ed anticipare di alcuni mesi la cattura di Salvatore Riina”.
“Questo non va bene”, è stato il commento a caldo di Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia. Interviene anche il presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Beppe Giulietti: “Ci auguriamo che a nessuno venga oggi in mente di ‘molestarè Report e la sua redazione. Dopo la puntata su Capaci – scrive su Twitter Giulietti – sarà il caso di lasciare in pace la redazione, Paolo Mondani e di perquisire, invece, quelli che, da trenta anni, sono riusciti a restare in una ben protetta ‘oscurità'”. Giulietti annuncia anche che “questa mattina saremo nella redazione di Report per decidere iniziative a tutela delle fonti e del segreto professionale. Intanto – conclude – chiediamo alla Rai di mettere a disposizione i suoi legali a tutela redazione”.