Procede da solo, senza ascoltare i consigli degli ex amici di partito. “Voglio passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini”, dice a Repubblica. Una scelta, assicura, destinata a cambiare tutto.
“I gruppi autonomi -spiega Matteo Renzi- nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti: Zingaretti non avrà più l’alibi di dire che non controlla i gruppi pd perché saranno ‘derenzizzati’. E per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, l’ho detto anche a Conte”. Un bene per tutti insomma. E l’ex segretario del Partito democratico ribadisce che dietro la sua scelta non c’è nulla di riferibile alle manovre effettuate per il nuovo governo. Poi, la stoccata a Salvini: “Il leader della Lega usava il Viminale per educare all’odio. Quando, in evidente stato di sovraeccitazione, chiede pieni poteri, può accadere qualsiasi cosa: l’uscita dall’euro, la nomina dei suoi amici che chiedono tangenti ai russi alla guida di Eni.”
L’obiettivo da perseguire per Renzi è chiaro: “Abbiamo fatto un capolavoro tattico mettendo in minoranza Salvini con gli strumenti della democrazia parlamentare. Ma il populismo cattivo che esprime non è battuto e va sconfitto nella società. E credo che le liturgie di un Pd organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell’unità come bene supremo non funzionino più”. E con Zingaretti nessun problema: “Abbiamo sempre discusso e abbiamo sempre mantenuto toni di civiltà personali. Qui c’è un fatto politico. Il Pd nasce come grande intuizione di un partito all’americana capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie. Chi ha tentato di interpretare questo ruolo è stato sconfitto dal fuoco amico. Oggi il Pd è un insieme di correnti. E temo che non sarà in grado da solo di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con i 5 Stelle”.
“Ho portato il Pd al massimo mai raggiunto: 41%. Ho garantito anni di governo che hanno portato le unioni civili, il dopo di noi, le leggi sul sociale e sulla cooperazione internazionale. Abbiamo fatto un incredibile piano per le aziende. Finalmente si è iniziato una lotta all’evasione fiscale seria. Il Pil era negativo e lo abbiamo portato in terreno positivo. Chi guadagna poco ha almeno gli 80 euro, su cui tutti fanno ironie ma che nessuno tocca. Quando sono arrivato c’erano 20 milioni di euro sulla povertà, quando sono andato via 2,7 miliardi, e altri 2 sulle periferie. C’è più sinistra in questo elenco che in anni di rivendicazioni e convegni della ditta”.
Renzi aggiunge di non avere nessun risentimento: “Ho votato la fiducia persino al governo coi grillini, figuriamoci se mi preoccupano i risentimenti o le vendette. Mi hanno sempre trattato come un estraneo, come un abusivo, anche quando ho vinto le primarie.” Per chi aveva riposto speranze nel Pd spiega: “Scriverò una lettera aperta agli elettori dem, ma non accetto lezioni da chi ha votato altre liste alle ultime elezioni. Con il nuovo governo e con la fase nuova che si apre, per lo più in un sistema proporzionale, è evidente che non puoi passare la giornata a discutere al tuo interno se vuoi battere il populismo nel Paese”.
“A Zingaretti lasciamo la maggioranza dei parlamentari. Mi avrebbe fatto comodo godere della rendita di queste ultime settimane per avere un potere d’interdizione nel Pd. Ma bisogna dire, non interdire.”
Dunque: “Mentre noi litighiamo sul nulla, sta cambiando il mondo. L’intelligenza artificiale rivoluziona le aziende, la quotidianità, la vita nelle città: il populismo non conosce l’intelligenza artificiale, il populismo è stupidita naturale. Noi possiamo fare dell’Italia un laboratorio di innovazione spaventoso, mantenendo i valori di umanità e di umanesimo che abbiamo nel dna. Ecco perché era fondamentale difendere le povere vite prese in ostaggio da Salvini sui barconi”.
I parlamentari che seguiranno Renzi saranno trenta. E la Leopolda sarà un’esplosione di proposte.
Renzi spiega di aver deciso la spaccatura in occasione della scuola di formazione. “Quando ho visto i ragazzi della scuola di formazione ‘Meritare l’Italia’. Sono bellissimi i giovani che si avvicinano alla politica. Ho preso lo stipendio di agosto da senatore e d’accordo con mia moglie l’ho destinato alla scuola. Mi interessa costruire una Casa dove i millennials possano fare la differenza. E se questo mi costringe a ripartire da zero, lo faccio col sorriso. Riparto con lo zaino per una strada meno battuta: parlando con la gente non coi gruppi dirigenti”.
Il nuovo partito sarà una casa. E sarà femminista con molte donne di livello alla guida. Teresa Bellanova sarà la capo delegazione nel governo. Una leader politica, oltre che una ministra. Per me le donne non sono figurine e l’ho sempre dimostrato. Ma per ciò che riguarda l’alleanza con i 5 stelle alle regionali precisa: “Non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau”.
“Io voglio fare la guerra a chi semina odio. I prossimi anni li voglio passare in contrapposizione frontale contro il populismo di Salvini. Voglio sperare che anche il Pd si preoccupi di lui e non di Matteo Renzi. Non ci sono più alibi, non c’è più il parafulmine, ognuno cammini libero per la sua strada. In mezzo alla gente, non solo nei gruppi parlamentari. La guerra voglio farla a Salvini, non a Zingaretti.”