Decreti attuativi che sarebbero dovuti servire al sostentamento delle fasce sociali più deboli nell’acquisto di generi di prima necessità.
Ma Carta risparmio spesa e Reddito alimentare non ancora arrivano nonostante le promesse. Alle due misure, introdotte dalla legge di Bilancio, mancano i famigerati “decreti attuativi”. Con il paradosso che i fondi ci sono ma rimangono soltanto cifre scritte nei budget dei due ministeri competenti (Agricoltura e Lavoro) finché non si deciderà di dare seguito alle norme. Un ritardo di quasi due mesi: entrambi i provvedimenti dovevano essere emanati entro 60 giorni dall’entrata in vigore della manovra, ovvero il primo gennaio 2023. Ministeri guidati da Francesco Lollobrigida e Elvira Calderone.
La Carta risparmio spesa
La Carta risparmio spesa è destinata ai soggetti con un Isee inferiore ai 15mila euro. Si tratta di una sorta di buono per acquistare i beni alimentari di prima necessità a costi calmierati presso i punti vendita aderenti. Per la misura, la cui gestione sarà affidata ai Comuni, sono stati stanziati nello stato di previsione del Ministero dell’Agricoltura (Masaf) 500 milioni di euro per il 2023. Somiglia molto alla Carta acquisti da 40 euro al mese già in vigore dal 2008, ma per le regole e l’importo la legge di Bilancio rimanda a un decreto dello stesso Masaf adottato di concerto con il Ministero dell’Economia.
Reddito alimentare
Il Reddito alimentare è una misura destinata a chi è in povertà assoluta. A differenza della Carta risparmio spesa, valida solo per l’anno in corso, il reddito, introdotto in via sperimentale per il 2023, ha un orizzonte più ampio. La Legge di Bilancio istituisce nel budget del Ministero del Lavoro un fondo con una mini dote di 1,5 milioni di euro per quest’anno e di 2 milioni a partire dal 2024 “per contrastare lo spreco e la povertà alimentare”. Le risorse serviranno a erogare, nelle città metropolitane, pacchi alimentari “a soggetti in condizioni di povertà assoluta”. Le confezioni saranno realizzate “con l’invenduto della distribuzione alimentare” e potranno essere prenotate “mediante un’applicazione”. Il ritiro, invece, avverrà presso un centro di distribuzione oppure a domicilio nel caso di soggetti appartenenti a categorie fragili.