“Il Pnrr non è solo un insieme di progetti, tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi e scadenze. Metteteci dentro le vite degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria attività, l’ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato. Nell’insieme dei programmi c’è il destino del Paese, la sua credibilità”.
Inizia così il discorso del premier Mario Draghi alla Camera dei deputati presentando il Piano italiano per il Next generation e il Recovery plan con cui l’Italia si candida a ricevere i fondi necessari a ripartire dopo la pandemia. “Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro”, ha precisato il presidente del Consiglio. Il governo vuole “consegnare alle nuove generazioni un paese più moderno”. E ciò sarà possibile grazie ai fondi europei e alle riforme che vanno messe in campo per dare solidità alla ripresa economica. Ma, ha osservato Draghi, “sia chiaro che, nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite. Soprattutto su quelle dei cittadini più deboli e sui nostri figli e nipoti. E forse non vi sarà più il tempo per porvi rimedio”.
Alcide De Gasperi
Nel presentare il documento “strettamente legato al nostro futuro” e all’indomani della celebrazione del 25 aprile, Draghi ha ripreso la testimonianza di uno dei padri della nostra Repubblica, Alcide De Gasperi che nel 1943 scriveva: “‘Vero è che il funzionamento della democrazia economica esige disinteresse, come quello della democrazia politica suppone la virtù del carattere. L’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune’. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani”, ha commentato Draghi.
I progetti di riforma e le richieste di finanziamento elaborate dal Consiglio dei ministri sabato notte verranno presentati a Bruxelles venerdì 30 aprile. Un piano Draghi in 4 grandi riforme e 6 missioni: i progetti di riforma di fisco, giustizia, pubblica amministrazione e concorrenza, ma anche lo stop a Quota 100 dal 2022. Giovani, donne e Sud, poi, le tre priorità trasversali. “Il Piano è articolato in progetti di investimento e riforme. L’accento sulle riforme è fondamentale. Queste non solo consentono di dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne. Le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzate in sei Missioni”.
Draghi: “Avremo 248 miliardi”
“Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro. A tali risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma React-Eu che, come previsto dalla normativa Ue, vengono spese negli anni 2021-2023. Si tratta di altri fondi per ulteriori 13 miliardi. Se si tiene conto solo di Rrf e del Fondo Complementare, la quota dei progetti ‘verdi’ è pari al 40 per cento del totale. Quella dei progetti digitali il 27 per cento, come indicato dalle regole che abbiamo deciso in Europa – ha spiegato ancora il presidente del Consiglio illustrando il Pnrr alla Camera – Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento”.
I tre obiettivi del Pnrr
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha tre obiettivi principali”, ha detto Mario Draghi, presentando il Pnrr alla Camera dei deputati. “Il primo, con un orizzonte temporale ravvicinato, risiede nel riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. La pandemia ci ha colpito più dei nostri vicini europei.
Abbiamo raggiunto il numero di quasi 120.000 morti per il Covid-19, a cui si aggiungono i tanti mai registrati. Nel 2020 il Pil – dice il presidente del Consiglio – è caduto dell’8,9 per cento, l’occupazione è scesa del 2,8 per cento, ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11 per cento, il che dà la misura della gravità della crisi”. “I giovani e le donne hanno sofferto un calo di occupazione molto superiore alla media, particolarmente nel caso dei giovani nella fascia di età 15-24 anni. Le misure di sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori hanno notevolmente attutito l’impatto sociale della pandemia.
Tuttavia, l’impatto si è sentito soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione”, ha detto il premier. “Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 al 7,7 per cento, per poi aumentare fino al 9,4 per cento nel 2020. Ancora una volta ad essere particolarmente colpiti sono stati donne e giovani e ancora una volta soprattutto nel Mezzogiorno. Con una prospettiva più di medio-lungo termine, il Piano affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico – ha osservato Draghi – Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica”.
4,6 miliardi per nuovi asili nido e materne
Per Mario Draghi “eliminare gli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è fondamentale per la ripresa dell’Italia. Il Piano interviene sulle molteplici dimensioni del divario di genere e si inserisce nel percorso di riforma avviato con il Family Act. Il Governo intende lanciare entro il primo semestre 2021 la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026”.
Il Pnrr, quindi, “sviluppa le priorità di questa Strategia nazionale e le articola in un ampio programma: 4,6 miliardi sono dedicati a costruire nuovi asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. Quasi un miliardo va a finanziare l’estensione del tempo pieno nelle scuole primarie per permettere alle famiglie – e alle madri in particolare – di conciliare meglio la loro vita professionale e lavorativa”, ha aggiunto. Il Piano prevede 400 milioni per favorire l’imprenditorialità femminile, e stanzia oltre 1 miliardo per la promozione delle competenze in ambito tecnico-scientifico, soprattutto per le studentesse”.
Un dl per aiutare giovani ad acquistare casa
Donne e anche giovani. Un Piano che guarda alle prossime generazioni “deve infatti riconoscere la nostra realtà demografica. Siamo uno dei paesi con la più bassa fecondità in Europa: meno di 1,3 figli per ciascuna donna contro quasi 1,6 della media Ue. Per mettere i nostri giovani nella condizione di formare una famiglia, dobbiamo rispondere a tre loro richieste: un welfare adeguato, una casa e un lavoro sicuro. Oltre al piano agli asili nido, di cui ho già parlato, i giovani beneficiano dalle misure per le infrastrutture sociali e le case popolari”. Con questa premessa, Draghi ha poi annunciato che “in un prossimo decreto, di imminente approvazione, sono previsti altre risorse per aiutare i giovani a contrarre un mutuo per acquistare una casa”. “Sarà possibile non pagare un anticipo, grazie all’introduzione di una garanzia statale”.
Creazione nuove imprese a chi ha meno 35 anni
“1,8 miliardi vanno ad accrescere la competitività delle imprese turistiche, di cui una parte importante è destinata a incentivare la creazione di nuove imprese da parte di chi ha meno di 35 anni – ha detto il premier Mario Draghi, illustrando alla Camera le misure per i giovani inserite nel Pnrr – Potenziamo il ‘Servizio Civile Universale’ per i giovani tra i 18 e i 28 anni, al quale destiniamo 650 milioni per il periodo 2021-2023. Si tratta di una forma di cittadinanza attiva che è, allo stesso tempo, uno strumento di formazione e un motore di inclusione e coesione sociale”.
“I giovani possono orientarsi rispetto allo sviluppo della propria vita professionale e rendere un servizio nobile alla propria comunità e all’Italia. Sempre per i giovani, investiamo 600 milioni di euro per rafforzare il sistema duale e rendere i sistemi di istruzione e formazione più in linea con il mercato del lavoro”. “Questo intervento agevola l’occupazione giovanile e allo stesso tempo viene incontro alle esigenze delle imprese in termini di competenze”, ha spiegato il premier.
“Tra le altre misure legate all’istruzione, ribadiamo la centralità dello sport nel percorso formativo dei ragazzi e delle ragazze. Il Piano dedica un miliardo alle strutture sportive per i giovani, in parte dedicato a nuove palestre e attrezzature sportive nelle scuole, in parte a rafforzare il ruolo dello sport come strumento di inclusione sociale e di contrasto alla marginalizzazione”, ha proseguito.
Rivoluzione verde: 70 mld
“La seconda Missione, denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento. Essa è particolarmente importante per l’Italia, che è maggiormente esposta a rischi climatici rispetto ad altri Paesi. La missione migliora la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero. La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua tra le 6 proposte: quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo. Vi sono inoltre investimenti a supporto della transizione ecologica anche in altre missioni”.
50 miliardi per digitalizzazione e cultura
Sei le missioni del Pnrr. “La prima Missione riguarda i temi della Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura. Nel complesso, le risorse destinate a questa Missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano. L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese”, ha spiegato il premier. “Abbiamo scelto di investire nella crescita dimensionale delle nostre imprese e in filiere ad alta tecnologia”.
Poi ha approfondito: “Noi vogliamo che dal 2027 le nostre ragazze e ragazzi possano avere accesso alle migliori esperienze educative, ovunque esse siano in Italia. Vogliamo che i nostri imprenditori, piccoli e grandi, possano lanciare e far crescere le loro attività rapidamente e efficientemente. Permetteremo alle donne imprenditrici di realizzare i loro progetti. Permetteremo a lavoratori e le lavoratrici continuino ad acquisire le competenze per le professioni di oggi e di domani.
Vogliamo che le persone più sole o vulnerabili possano esser assistite dagli operatori sanitari, dai volontari e dai loro famigliari nel miglior e più tempestivo modo possibile”, osserva il premier. “Le pubbliche amministrazioni e i loro servizi saranno accessibili senza ostacoli, senza costi e senza inutile spreco di tempo. Vogliamo insomma accelerare l’adozione della tecnologia – nel pubblico, nel privato e nelle famiglie – per dare alla fine del quinquennio 2021-26 eque opportunità a tutti in particolare a giovani, donne e a chi vive in territori meno connessi”.
Sanità: 8,5 miliardi
La Missione 6 del Pnnr “riguarda la Salute, un settore critico, che ha affrontato sfide di portata storica nell’ultimo anno: la pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza macro-economica dei servizi sanitari pubblici. Le riforme e gli investimenti proposti con il Piano in quest’area hanno due obiettivi principali: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario, al fine di garantire un equo accesso a cure efficaci”, ha proseguito Draghi. “La dotazione per questa missione è complessivamente di 18,5 miliardi, di cui 15,6 relativamente a finanziamenti RFF e 2,9 di risorse nazionali”.
Oltre 50% investimenti per infrastrutture a Sud
Particolare attenzione nel Pnrr è dedicata al Sud. “La crescita del Mezzogiorno rappresenta l’altro aspetto prioritario trasversale al Piano. Il potenziale del sud in termini di sviluppo, competitività e occupazione è tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese. Non è una questione di campanili: se cresce il sud, cresce anche l’Italia”. “Più del 50 per cento del totale degli investimenti in infrastrutture – soprattutto l’alta velocità ferroviaria e il sistema portuale – è diretto al sud”.
Ecco il piano per il Meridione: “Gli interventi su economia circolare, transizione ecologica, mobilità sostenibile e tutela del territorio e della risorsa idrica destinano al Mezzogiorno 23 miliardi. A questi investimenti si accompagnano la riforma delle Zone economiche speciali e un robusto finanziamento della loro dotazione infrastrutturale, pari a oltre 600 milioni. Stimiamo che l’incremento complessivo del Pil del Mezzogiorno negli anni 2021-2026 sarà pari a quasi 1,5 volte l’aumento del Pil nazionale”. “L’obiettivo è rendere il Mezzogiorno un luogo di attrazione di capitali privati e di imprese innovative”.
Proroga Superbonus
“Per il Superbonus al 110% sono previsti, tra Pnrr e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio”. “La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari (Iacp). È un provvedimento importante per il settore delle costruzioni e per l’ambiente. Per il futuro, il governo si impegna a inserire nel disegno di legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021”.