Il razzolone abruzzese, tra un arrosticino e l’altro, saputa la notizia della disfatta della destra in terra natìa, spara a zero contro i suoi storici ‘nemici’.
di Antonio Del Furbo
Sono sicuro che Razzetto dal ‘Canton Ticino‘ lo sfogo ce l’avesse in corpo da giorni, settimane, mesi e anni. Ma quante ne ha dovute subire l’operaio di Giuliano Teatino (Ch) emigrato in Svizzera e poi finito dritto in Parlamento grazie allo ‘sbirro’ (per fortuna dimenticato) Antonio Di Pietro? Quante lacrime sversate per il solo fatto di aver salvato il governo Berlusconi saltando con un triplo salto mortale dai banchi della semi defunta (per fortuna) Italia dei Valori a quelli di Forza Italia? Lui, il Razzettone nazionale, accostato alla figura del saltimbanco opportunista proprio dai suoi amici che mai hanno compreso quel gesto dal sapore gay–friendly fatto per l’unico amore extraconiugale della sua vita: Silvio Berlusconi.
Lui, che per quarant’anni ha lavorato e sudato nelle fabbriche svizzere si è dovuto sentire giudicato da persone (non tutte) che mai hanno lavorato in vita loro. E, oggi, è arrivato il giorno del riscatto.
“I risultati delle ultime elezioni rappresentano uno scacco matto a Forza Italia”.
Poi, probabilmente dopo aver ingoiato l’ultima ‘rostella’ picchia duro:
“chiedo ufficialmente le dimissioni di tutto il gruppo dirigente del partito in Abruzzo che va immediatamente commissariato. Non è possibile neanche ammissibile che Forza Italia sia stata letteralmente ‘asfaltata’ anche dove storicamente è stata bastione del centrodestra”.
Finita qui? Manco per niente. Sono troppi i torti subiti, troppe le volte che il senatore non è stato invitato alle riunioni e troppe le volte che è stato lasciato solo.
“quando sei assente, quando non incontri la gente per strada e ne ascolti gli sfoghi e le istanze, quando diventi un barone mammasantissima attaccato solo alla sedia ed alle tue aspettative personali per il futuro, altro non puoi attenderti che il rifiuto da parte dell’elettorato. Questa è una squadra che ha solo perso collezionando sconfitte che non hanno mai fatto intravvedere neanche lontanamente la possibilità di una ripresa. Il problema sta soprattutto nella qualità umana soprattutto e poi in quella politica, ha continuato il senatore di Forza Italia: il menefreghismo del territorio. Questo gruppo dirigente non solo è gravemente colpevole di aver portato Forza Italia alla sfacelo in Abruzzo ma anche di essersi impegnato con costanza a contrastare quelli che come il sottoscritto, volevano sul territorio persone capaci di essere presenti invece che degli ‘incravattati’ Cicciobelli. Occorrono persone serie e motivate per essere utili alla gente. Personalmente sono stato boicottato, senatore della Repubblica abruzzese doc, in tutte le maniere nonostante che ai miei incontri con i cittadini, le sale fossero colme sino a fuori con la gente in piedi. Di questi risultati vado fiero e non perché fossi quel grande politico che molti credono di impersonare parlando difficile ed ingannando l’uditorio, ma perché sono una persona semplice, normale, che capisce i veri problemi della gente e che è stufa delle chiacchiere da professori da quattro soldi.”
Il senatore ballerino e cantante non fa nomi ma io sì.
Razzolone da Giuliano Teatino tira le bombe contro Mauro Febbo, Lorenzo Sospiri, Fabrizio Di Stefano e, soprattutto, contro il dirigente regionale di Forza Italia, Nazario Pagano.
E sulla sua pagina Facebook, Razzi ha già aperto il ‘concorsone’:
“Se una squadra di calcio perde 6 a 0 ogni partita che gioca, cosa vuoi sperare che domani vinca sempre? Qui si deve cambiare la squadra e lo staff dirigenziale in Abruzzo. Occorre un coodinatore con i controc…..oni voluto dalla gente. Fate un nome ed io lo porterò a chi di dovere ma vi dico subito di non fare il mio perché mi farebbero fallire subito date le mie frequenti denunce politiche. Cerchiamo un nome, fatemene uno e poi vedremo….”.
Ottima idea caro il mio omonimo. A questo punto proporrei l’ambasciatore della Mongolia, Shijeekhuu Odonbaatar (in foto), che, sicuramente, riuscirebbe a fare meglio di qualsiasi altro.
E che la pace sia con voi. Sempre.