Ci risiamo: governo che arriva lottizzazione che torna. Non sembra preoccupato il presidente della Rai “sovranista” Marcello Foa: “Io sono un presidente di garanzia, ruolo che ho sempre interpretato correttamente, vedrete che non succederà nulla”.A parte la dichiarazione che farebbe scompisciare dal ridere chiunque, il tema è serio. Il blogger Foa, nominato dal passato governo giallo-verde alla guida dell’azienda televisiva pubblica, è il frutto di accordi e spartizioni esattamente come avvenuto, per decenni, nella gloriosa Prima Repubblica. Lui, l’uomo della falange sovranista, ha visto sparire, a suon di epurazioni e promozioni, giornalisti, autori e registi. Intanto il presidentissimo ha già messo al lavoro il fidatissimo Pierpaolo Cotone, ex responsabile degli Affari legali chiamato come capo-staff a 240mila euro l’anno. Così, giusto per blindarsi in Rai nel caso qualcuno decidesse di rimuoverlo. Ma la corsa alla poltrona, come abbiamo già raccontato, è in atto e mira a sistemare gli ultimi ad essere rimasti fuori dalle grazie dell’ormai ex governo.Gli equilibri parlamentari stanno dando forti scosse ai vertici della struttura aziendale. A partire dal cda dove dovrebbe consolidarsi una nuova maggioranza, più in sintonia con quella politica appena nata. Dunque Foa potrebbe finire in minoranza insieme ai consiglieri Di Blasio (Lega) e Rossi (Fdi), mentre sull’altro fronte si compatteranno, accanto all’ad Salini indicato dai grillini, le consigliere Coletti (M5s) e Borioni (Pd), con il delegato dei dipendenti Riccardo Laganà.La spinta per buttare giù gli attuali vertici Rai arriverebbe prepotentemente dal Partito democratico che dovrebbe convincere il ministero dell’Economia per rimuovere Foa.Intanto a viale Mazzini c’è chi garantisce che sia iniziata la corsa al salto sul carro del vincitore. Vedremo. Il direttore di Raiuno, De Santis, dopo il flop degli ascolti estivi, sta cercando di esaudire gli ultimi desideri della Lega: blindare Marco Ventura, portavoce di Foa, come capo autore di Unomattina; ottenere per il conduttore Roberto Poletti, biografo di Salvini, un ufficio stampa dedicato; strappare il via libera al contratto di Alessandro Banfi, pensionato Mediaset, per la Vita in diretta. Spuntano in quota dem un paio di autori, segnalati da Margiotta, già reclutati dalla prima rete. Amico del parlamentare dem anche Gigi D’Amato, agente di Alessandro Greco, tornato dall’esilio alla guida di Miss Italia. Sparirà lo spazio ipotecato dall’esterna Simona Arrigoni, testimone di nozze del deputato leghista Luini.