La maggioranza di governo ha dichiarato guerra agli attuali vertici Rai e ora la vuole espugnare. Piazzando i propri uomini, ovviamente.
Rai. Fratelli d’Italia ha fame. Molta fame. Vuole prendersi tutto quello che c’è da prendere nel servizio pubblico. D’altronde il cartellino rosso era già arrivato all’ad Carlo Fuortes tanto che lui stesso chiedeva da settimane – e infine ha ottenuto – l’incontro personale con Giorgia Meloni per chiarirsi e stabilire insieme il percorso per un’uscita ordinata. Il capo del Servizio pubblico verrà sostituito con un anno d’anticipo e il nuovo insediato giusto in tempo per comporre i prossimi palinsesti. Ciò a cui ha sempre puntato la destra per cambiare la narrazione della Tv di Stato, considerata troppo vicina alla sinistra.
Giorgia Meloni reclama per sé innanzitutto il Tg1.
Terrà per il suo partito anche il direttore generale, Giampaolo Rossi, che entro un anno diventerà amministratore delegato. Se possibile, riporterà Massimo Giletti a Viale Mazzini. E metterà in discussione non solo Annunziata, ma anche Fabio Fazio. Puntando quantomeno a ridurne lo stipendio.
La messa all’indice di Annunziata ha un valore simbolico immediato: punta a mettere pressione a chi gestisce l’informazione a viale Mazzini e agita il famigerato “machete” nelle nomine. Tornando all’amministratore delegato Carlo Fuortes, dopo il 15 aprile, data in cui sarà approvato il bilancio, il manager finirà la sua corsa alla guida della Rai. Al suo posto Palazzo Chigi ha già scelto Roberto Sergio, soluzione interna e di transizione, attualmente consigliere d’amministrazione di Rai Com e direttore di Radio Rai. È un “ponte”, perché entro dodici mesi toccherà a Rossi – uomo forte della premier a Viale Mazzini – gestire l’azienda.
Capitolo dei telegiornali
FdI ha opzionato innanzitutto il Tg1. Il nome più forte sembra quello di Gian Marco Chiocci, oggi direttore dell’agenzia di stampa AdnKronos. Lo vuole Meloni, anche se a complicare la partita c’è il fatto che si tratta di una figura esterna alla Rai. L’alternativa è Nicola Rao, direttore del Tg2. Proprio il Tg2 è reclamato in queste ore da Antonio Tajani per Forza Italia. Il candidato dato per favorito è Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento.
Quanto a Rao: se non dovesse essere promosso al Tg1, sarà certamente indicato per la guida di un’altra testata. La direzione della radio potrebbe non bastare, possibile che si decida di affidargli gli approfondimenti di viale Mazzini, oggi gestiti da Antonio Di Bella, prorogato per un paio di mesi in attesa dell’avvento della nuova dirigenza. Ma per quella poltrona corre anche Paolo Corsini. Al Tg3 dovrebbe restare Mario Orfeo, mentre per le testate giornalistiche regionali (Tgr) sarà arruolato un uomo della Lega.