La volontà dei vertici Rai è quella di chiudere Rai Storia e Rai Sport per far fronte ai debiti e riportare liquidità nelle casse dalla tv pubblica. Nel frattempo, però, arriva l’infornata di 18 vicedirettori e 20 dirigenti nelle tre reti generaliste.
Ora, Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, lancia un appello-lettera al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in cui si rimarca il controsenso. Da una parte si eliminano due reti del servizio pubblico per risparmiare, dall’altra si spendono cifre che non hanno paragoni con la ‘concorrenza’.
Rai: la politica processa il servizio pubblico
Anzaldi invita Gualteri ad una “riflessione non soltanto sui numeri che avrai certamente ricevuto dalla Rai, ma anche su altri numeri”. “Mi riferisco – aggiunge l’esponente di Italia Viva – ai numeri che riguardano la decisione dell’amministratore delegato Salini di avallare la nomina di 18 vicedirettori nelle tre reti generalisti, una quantità che non ha alcun termine di paragone nemmeno con le reti commerciali, se si pensa che La7 risulta avere un solo vicedirettore di rete e le reti Mediaset non dovrebbero superare i 3-4 vicedirettori. Queste nomine non saranno indolori per le casse della tv pubblica, perché ogni vicedirettore Rai ha diritto ad un minimo contrattuale di 131mila euro, sebbene alcuni superino addirittura i 200mila euro. A queste nomine si aggiungono i 20 nuovi dirigenti che Salini si appresta a nominare, con un minimo contrattuale di 98mila euro“.
La Rai, Foa e l’affare da un milione di euro
Il segretario della Vigilanza Rai cita il caso delle altre aziende editoriali, “costrette a tagliare, a fare rotazioni, contratti di solidarietà, cassa integrazione per far quadrare i conti, e spesso sono quelle aziende che fanno davvero servizio pubblico, mentre la tv pubblica rincorre il trash. Pensiamo al gruppo Gedi (Repubblica-Stampa-Secolo XIX), dal quale la Rai copia abbondantemente le notizie arrivando sempre dopo: i giornalisti sono costretti ad una solidarietà al 20% che si traduce in 3 giorni di stipendio in meno al mese per 3 mesi, il quarto mese diventano 4 giorni. L’agenzia ANSA: 2 giorni al mese in meno. Il Messaggero: 2 giorni al mese. La situazione diventa ancor più drammatica in altri giornali e agenzie”.
Per Anzaldi quindi la Rai “continua a promuovere, a sprecare, a bruciare risorse pubbliche e nel frattempo ne chiede sempre di più”. E il Governo pare essere pronto a “regalarle ulteriori 80 milioni di euro all’anno che ora sono destinati al taglio delle tasse”.