La scritta antisemita “Qui abita un ebreo” è apparsa sulla porta dell’abitazione di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck come politica, ma testimone dell’Olocausto.“Juden hier“, “Qui abita un ebreo”, e una stella di David come quelle usate dai nazisti per identificare gli ebrei è stata vergata sulla porta dell’abitazione della donna. Teatro dell’accaduto è Mondovì, in provincia di Cuneo, a poche ore dal Giorno della Memoria. Lidia Rolfi è morta nel 1996 e in quella casa oggi abita il figlio che ha già sporto denuncia contro ignoti. “Ho attraversato questa porta molte volte. La scritta è apparsa oggi, dopo che Aldo è intervenuto su un giornale locale per ricordare sua madre. Al di là della patente ignoranza – Lidia è stata una deportata politica – è uno dei molti segnali che ci dovrebbero fare alzare la voce per ricordare a tutti che essere antifascisti è il primo dovere della memoria che abbiamo” commenta lo storico Bruno Maida che con Lidia Rolfi ha scirtto diversi libri sulla deportazione. “Mi sembra un gesto molto grave tanto più nella dimensione di Mondovì e per il ruolo di Lidia”.
La storia partigiana
Il 13 aprile del 1944 Lidia Rolfi fu arrestata dai fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana a Sampeyre ed incarcerata a Cuneo. Dunque fu consegnata alla Gestapo e trasferita prima a Saluzzo e poi alle carceri nuove di Torino. Nel carcere di Torino divise la cella anche con Anna Segre Levi, nonna del suo compagno di brigata Isacco Levi. Il 27 giugno venne deportata nel campo di concentramento nazista di Ravensbrück assieme ad altre tredici donne. Rimase nel Lager sino al 26 aprile 1945. Ritrovò la libertà nel maggio 1945.