Ci risiamo. Ancora una volta l’informazione paga le sue colpe per “merito” delle storture di uno Stato che, spesso, si difende da uomini liberi.
di Antonio Del Furbo
“PrimaDaNoi.it si spegne. È l’annuncio che non avremmo mai voluto dare e che da anni abbiamo cercato di allontanare il più possibile, fino a quando resistere non è stato più sufficiente.”
È quanto ha scritto il direttore della testata online, Alessandro Biancardi, questa mattina sul suo giornale.
“Siamo costretti a fermarci: da oggi non troverete più notizie aggiornate qui.” Dopo 13 anni, dunque, chiude i battenti il primo quotidiano on line dell’Abruzzo. “Un annuncio che non avremmo mai voluto dare e che da anni abbiamo cercato di allontanare il più possibile” spiega ancora Biancardi.
Un quotidiano che già dalla sua nascita, era il settembre 2005, cominciò a dare non poco fastidio alla “cloaca” politica abruzzese. Non poco fastidio nemmeno a quel cumulo di interessi ‘mafiosi’ che albergano nella terra verde d’Europa.
Era “il 26 settembre 2018” ricorda il direttore. E esattamente “13 anni esatti dopo, dobbiamo fermarci perchè non possiamo più garantire la sostenibilità del quotidiano”.
Un sogno, dunque, che si trasforma in un incubo.
“PrimaDaNoi.it muore perchè in questa terra, oggi, la verità, l’informazione, il giornalismo d’inchiesta non sono ritenuti ancora beni vitali dal cittadino comune. E’ molto probabile che tra un paio di mesi anche il sito, con i suoi 500mila articoli di cronaca e inchieste abruzzesi, svanirà nel cimitero digitale e non vi sarà più alcuna traccia di quello che è stato.”
“Mai avremmo potuto immaginare, per esempio, di inaugurare una nuova stagione di dittature e censure come quelle avviate dalle ignobili sentenze sul “diritto all’oblio” che, nel 2010, per primi al mondo, ci hanno colpito, e da allora e a causa di quelle decisioni, il declino è stato inesorabile e ancora più veloce. Condannati per aver violato una legge che non c’è in nome della privacy che serve per censurare, intimorire e restituire la verginità a qualche delinquente che non ha imparato la lezione.”
Una chiusura agevolata da uno Stato che ha imposto, attraverso i giudici, “la cancellazione di articoli veri e mai diffamatori”. Da un lato l’informazione, dall’altro giudici e prepotenti.
“Per dirne una, c’è un tizio che da sette anni mi minaccia di morte e profetizza di lasciarmi in mutande: per fortuna si è avverata solo la seconda” scrive ancora Biancardi.
E così, giudici e politici sono contenti.
Ho conosciuto Alessandro, le nostre strade si sono incrociate per un periodo. Realizzavo reportage in maniera completamente libera e in coproduzione con Primadanoi. Mai un’indicazione, mai un’imposizione, ma sempre un dialogo costruttivo.
Poi, le strade si sono separate. L’Abruzzo per me era diventata terra ‘losca’, in cui gli affari li facevano gli altri e non noi, persone oneste e con un minimo di purezza.
Ecco, io ho mollato (l’Abruzzo) e lui ha resistito. Fino ad oggi.
antonio.delfurbo@zonedombratv.it
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