La rivoluzione, quella rappresentata dal cittadino che avrebbe dovuto aprire il Parlamento come una scatoletta, pare possa aspettare. Ora, il Movimento, molto più di governo che di lotta, cerca compagni di viaggio direttamente in quel “sistema” che ha combattutto fino a poco tempo fa.
di Antonio Del Furbo
“Sono dei camerieri, dei servi, dei servetti”. Così esordiva in piazza Castello a Torino il fondatore del Movimento 5 stelle quel 25 aprile del 2008 parlando dei giornalisti.
“Nessuno – aggiungeva ancora Beppe Grillo – si è mai chiesto quanti paesi in Europa hanno un Ordine come il nostro? Perchè nessuno dice che in Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Olanda non è considerata una professione come in Italia? Esistono forme associative che tutelano i giornalisti o chi semplicemente vuole dedicarsi all’informazione, gli Ordini sono stati un’idea fascista. Allora si potrebbe dire l’Italia è meglio di questi paesi? NO! Siamo fra gli ultimi al mondo nella libertà dell’informazione in tutte le statistiche mondiali. Perchè nessuno dice come funziona nel resto d’Europa? Che esistono le associazioni e i sindacati e che l’Ordine serve a preservare dei privilegi e impedire l’accesso a chi esercita effettivamente il giornalismo e quindi tutelare di fatto una casta? Che lo Stato non dovrebbe intervenire, come fa con un Ordine, nell’esercizio di questa attività e che ciò è di per se stesso limitante per la libertà? E perchè nessuna testata giornalistica ne parla?”.
Era il giorno della “liberazione”, il cosiddetto “V2-Day” in cui Grillo attaccò l’intero sistema dell’informazione e raccolse firme per abrogare la legge sul finanziamento pubblico ai giornali.
Da quel giorno, molta acqua è passata sotto i ponti e gli Amici di Beppe Grillo si sono trasformati, in base a un atto costitutivo, in associazione “Movimento 5 Stelle” di cui Grillo è stato presidente e rappresentante legale. Con le elezioni recenti del 4 marzo 2018, la rappresentanza legale è stata trasferita al “capo politico”, mentre Grillo rimane “garante” del Movimento.
Tutto questo processo, comunque, ha portato nel Movimento anche una vera e propria virata nell’approccio con i sistema informativo: ogni talk televisivo ha un ospite fisso del Movimento e, addirittura, c’è chi come Alessandro Di Battista chiama i giornalisti per nome. Come dire, ormai sono amici.
Insomma, dal “Vi mangerei per il solo gusto di vomitarvi” di Grillo si è passati (addirittura) a rinnegare quelle posizioni di quasi un decennio fa e a portarsi il “nemico” in casa.
Il Movimento 5 Stelle, infatti, cerca nuove figure professionali da inserire nell’Ufficio Comunicazione del prossimo Gruppo parlamentare alla Camera dei Deputati.
Tra i requisti, si legge, i pentastellati cercano “giornalisti da inserire nell’ufficio stampa” in possesso dell’iscrizione all’Albo dei giornalisti, elenco pubblicisti e/o professionisti.
Si richiedono, inoltre, esperienze pregresse nell’ambito dell’attività di ufficio stampa politico.
Dunque, oltre a esssere iscritti a quell’ordine “satanico” i candidati devono anche avere esperienze pregresse in campo politico.
E in quali, Forza Italia, Partito Democratico o Lega?