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Prozzo e Romandini: i casi dei giudici in conflitto d’interessi raccontati da Zone d’Ombra Tv oggetto di una interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia

Prozzo e Romandini: i casi dei giudici in conflitto d'interessi raccontati da Zone d'Ombra Tv oggetto di una interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia

L'onorevole Grippa del M5s ha presentato un'interrogazione parlamentare riguardanti i casi dei giudici Prozzo e Romandini raccontati da Zone d'Ombra Tv

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L’onorevole Carmela Grippa del M5S, dopo aver letto la nostra inchiesta sulla vicenda del giudice Ilaria Prozzo, socia di una S.r.l., ha chiesto al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, di agire nel merito.

“Al Ministro della giustizia per sapere se non ritenga opportuno adottare iniziative normative volte ad affrontare le questioni citate al fine di evitare in maniera efficace tutte le possibili situazioni di conflitto di interesse per coloro che svolgono funzioni giurisdizionali, a salvaguardia delle caratteristiche di indipendenza e imparzialità cui devono essere improntate tali funzioni”.

Questa la richiesta che l’onorevole Grippa sottopone al ministro della Giustizia Cartabia dopo aver letto la nostra inchiesta.

La vicenda

Un cittadino, Lorenzo Torto, ha promosso tre cause civili dinanzi al Tribunale di Chieti Sezione Lavoro contro la Casa di Cura Santa Camilla S.p.a. L’azione giudiziaria di Torto ha però rilevato una curiosa particolarità. Infatti ad essere nominato come giudice è la Dottoressa Ilaria Prozzo che ha fissato le prime udienze per la comparizione personale delle parti rispettivamente il 17.06.2021, il 07.07.2021 ed il 14.07.2021.

Il giudice come socia della società HYDRO INXX SRL negli anni 2010 e 2011 e rivestendo la qualità di socia potrebbe aver avuto rapporti commerciali e di credito con i legali rappresentanti Dott.ssa Concetta Petruzzi e Dott. Paolo Baldassarre della controparte società “Casa di Cura privata Santa Camilla Spa” già Casa di Cura Villa Pini d’Abruzzo con sede operativa in Chieti e titolari anche della “Casa di Cura privata Villa Serena” con sede in Città S. Angelo (Pe) e delle altre strutture sanitarie ad esse collegate site in Città S. Angelo (Pe), in Montesilvano (Pe) e in Pineto (Te) in località limitrofe a quella di Montesilvano, ove hanno la sede le suddette società Hydro Inxx Srl e Towa Team Snc”.

Sempre secondo l’atto di ricusazione: 

“il Giudice Ilaria Prozzo ha la propria residenza nella sede della società Towa Team S.n.c.” “ed è quindi in rapporti con l’ex socio Mastropaolo TonyIl quale, come Amministratore delle suddette due società attive HYDRO INXX SRL e TOWA TEAM S.N.C. di Mastropaolo Tony & D’Alessandro Walter, svolge tuttora attività commerciale per la trasformazione e fornitura di prodotti per la stampa digitale per la stipula di convenzioni con enti pubblici e privati anche attraverso la partecipazione a gare d’appalto. Società che conclude operazioni contrattuali, fidejussioni, assume quote e partecipazioni sociali, svolge attività di partecipazione e assunzione compravendite e gestione di interessenze e partecipazioni in società a scopo di stabile investimento, attività delle holding impegnate nelle attività gestionale (holding operative) con attività di marchant bank, come risulta dagli allegati atti notarili costitutivo e dalle visure delle suddette società”.

L’interrogazione parlamentare

L’onorevole Grippa, dunque, scrive:

“dalla lettura dell’articolo pubblicato sulla pagina web https://www.zonedombratv.it del 21

giugno 2021, titolato ‘Chieti, la toga socia di una S.r.l. La vicenda del giudice Ilaria Prozzo’ si

apprende come la vicenda giudiziaria in esso descritta abbia una singolare particolarità. Si apprende

infatti che, nelle tre cause civili promosse dinanzi al tribunale di Chieti, sezione lavoro, da Lorenzo

Torto, contro la Casa di Cura Santa Camilla S.p.a., ad essere nominato come giudice sia stata la

dottoressa Ilaria Prozzo che avrebbe fissato le prime udienze per la comparizione personale delle

parti, rispettivamente,il 17 giugno 2021, il 7 luglio 2021 ed il 14 luglio 2021;

sempre da quanto riportato nel medesimo articolo, il cittadino Lorenzo Torto si sarebbe visto

costretto a presentare istanza di ricusazione del giudice in quanto la dottoressa Prozzo, così come

si legge nell’atto di ricusazione ‘con atto pubblico notarile, in data 31 maggio 2010, costituiva la

società HYDRO INXX SRL con sede in Montesilvano (Pe) insieme ai soci Mastropaolo Tony e Di

Benigno Romolo per la trasformazione e fornitura di prodotti per la stampa digitale, tra cui inchiostri,

carta, film etc’. Sempre da quanto emergerebbe dal testo di stampa: ‘… dall’Atto costitutivo del

16 maggio 2011, il Giudice Ilaria Prozzo dichiarava la propria residenza in Montesilvano (Pe) ove

è stabilita la sede legale della società TOWA TEAM S.N.C. Società tuttora attiva e costituita fin dal

2 luglio 2009 e amministrata da Mastropaolo Tony già socio del giudice Ilaria Prozzo nella società

HYDRO INXX SRL’. ‘Pertanto, come risulta dagli atti e documenti allegati, il Giudice ha svolto

attività imprenditoriale'”.

Grippa, quindi, osserva:

“al giudice ai sensi dell’articolo 6 dell’ordinamento giudiziario, regio decreto n. 12 del 1941,

l’attività imprenditoriale risulta essere comunque incompatibile con la funzione di giudice. E con

l’esercizio dell’attività giudiziaria, anche se il magistrato di fatto è coinvolto in una società operante

nel territorio in cui svolge le sue funzioni. Tuttavia, nell’ambito dello stesso iter processuale si legge

nelle righe del testo pubblico ‘…proprio il Giudice Prozzo, inoltre, si è pronunciata “sulla stessa

questione delle cause suindicate in un precedente giudizio cautelare ex articolo 700 cpc n. 490/2020

Rg con provvedimento di rigetto, ignorando e disattendendo fatti rilevanti e cioè gli infortuni subiti dal

dipendente disabile nel bagno per disabili presso la struttura sanitaria di controparte comprovati da

certificati medici e denunce Inail'”.

Nell’interrogazione si fanno riferimenti ad altre inchieste di Zone d’Ombra Tv

“tra gli articoli correlati a quello sopracitato la stessa testata digitale, nel recente passato, ha

trattato ulteriori vicende singolari titolate ‘Chieti, lui giudice, la moglie funzionaria in cancelleria‘,

Camillo Romandini, il giudice-imprenditore e la Immobiliare S.r.l. del nipote collega’, ‘Giustizia,

storia di un Tribunale (Chieti), di un Presidente e di un fratello delegato alle vendite immobiliari‘ e

Caso Bussi e i silenzi intorno alla vicenda del giudice Romandini‘ quest’ultima già oggetto di una

interrogazione (5-00430) che, a parere dell’interrogante, pone la necessità di riflettere sul tema del

conflitto di interesse che parrebbe poco sentito nel distretto chietino'”.

La richiesta di Grippa

“se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti

di competenza intenda adottare, in particolare di carattere ispettivo, con riguardo agli uffici giudiziari

in questione”.

Chieti, lui giudice, la moglie funzionaria in cancelleria

Il caso citato nell’interrogazione riguarda un giudice che svolge la propria attività presso il Tribunale di Chieti. La particolarità è che nello stesso tribunale lavora anche la consorte del giudice, ovvero Simonetta Pagnanelli. La funzionaria svolge attività di Cancelleria. Si occupa, in particolare, di iscrizione a ruolo delle cause che vengono assegnate anche al giudice Valletta, ovvero suo marito. Un rapporto che genera di fatto una incompatibilità ambientale e funzionale in considerazione di tale rapporto famigliare.

Camillo Romandini, il giudice-imprenditore e la Immobiliare S.r.l. del nipote collega

Il cuore del procedimento disciplinare a carico del magistrato riguardò vicende legate al processo sulla mega discarica Montedison di Bussi. Quel processo celebrato a Chieti in primo grado si concluse con l’assoluzione di 19 imputati dal reato di aver avvelenato le falde acquifere, mentre il reato di disastro ambientale venne derubricato in colposo e, quindi, prescritto. Una sentenza che venne, ovviamente, ribaltata in appello: all’Aquila fu riconosciuto l’avvelenamento colposo delle falde, seppure prescritto, e ci fu la condanna di dieci imputati per disastro colposo. Il giudice Romandini fu condannato per via di una cena. Romandini, tre giorni prima della sentenza, partecipò a una cena con gli altri giudici popolari. A loro, secondo l’accusa, avrebbe “paventato infondatamente” le conseguenze dell’eventuale condanna degli imputati per disastro ambientale doloso invece che per disastro ambientale colposo, anche “mistificando gli effetti della normativa sulla responsabilità civile dei magistrati”.

Ma su Camillo Romandini si abbatte un’altra accusa. La Guardia di Finanza scopre che il giudice – lo ricordiamo presidente Corte d’Assise di Chieti – beneficiò di 46mila euro di contributi concessigli dalla Regione Abruzzo.

“In un recente passato – scrive la Guardia di Finanza – Romandini è stato titolare dell’omonima impresa individuale agricola poi cessata a giugno 2015 e che dal 2004 al 2015 ha avuto aiuti pubblici per 46.000 €”. Per le fiamme gialle si tratta di “una indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Ma soprattutto a livello disciplinare è chiaro che un giudice non può essere titolare di impresa”.

Un fatto gravissimo che attivò anche la politica. “Il dottor Camillo Romandini – spiegava il senatore Gianluca Castaldi in un’interrogazione parlamentare nel 2015 – sarebbe titolare di una ditta individuale, con codice ATECO 01­13­5 ‘Colture miste viticole, olivicole, frutticole’, che ha ricevuto fino al 2015 contributi statali attraverso il sistema AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), istituito con decreto legislativo n. 165 del 1999 per lo svolgimento delle funzioni di organismo di coordinamento e di organismo pagatore”. Insomma, Romandini avviò una sua impresa nonostante il Csm, già nel 2007, chiarì con una delibera l’articolo 16 dell’ordinamento giudiziario che fa divieto per i giudici di “esercitare industrie e commerci”. Dunque, Romandini non poteva avere una ditta né tantomeno percepire contributi pubblici.

Le nuove carte, il nipote e la società immobiliare

Romandini non finisce di stupire. Zone d’Ombra Tv è venuta in possesso di carte che testimoniano come la famiglia di Romandini faccia impresa. Questa volta immobiliare.

Francesco Turco è attualmente Giudice presso il tribunale civile di Chieti ed è il nipote del giudice Camillo Romandini. Il 9 febbraio del 2018 la società Albavis S.A. con sede in Lussemburgo vende alla società immobiliare denominata “L&F IMMOBILIARE S.R.L.” con sede legale in Francavilla al Mare (CH), due locali commerciali di 160mq e 67mq di proprietà della Cooperativa Luzzatti. Si tratta di un complesso realizzato da Vittorio Mascanzoni composto da edifici bassi dai prospetti semplici. Immobili di prestigio situati in via Emanuele Filiberto.

Giustizia, storia di un Tribunale (Chieti), di un Presidente e di un fratello delegato alle vendite immobiliari

Il 27 luglio 2018 Guido Campli viene designato dal Consiglio superiore della magistratura al vertice dell’ufficio giudiziario di Chieti al posto di Geremia Spiniello. Il nuovo presidente del Tribunale di Chieti, pescarese, proveniva dalla Corte d’Appello di Ancona e durante la sua carriera è stato, fra l’altro, giudice nei Tribunali di Vasto (Chieti) e di Pescara.

Il presidente del Tribunale di Chieti ha anche un fratello avvocato: Davide Campli. L’avvocato è un professionista di alto livello e su cui non ci sono ombre sulla sua pregevole e cristallina attività. L’avvocato Campli ha due incarichi legali da parte del Comune di Francavilla al mare (Ch). Lo stesso Campli, tra l’altro, è stato anche assessore al Comune di Chieti: Urbanistica, Contenzioso, Patrimonio, Statuto e Regolamenti Comunali.

La cosa interessante, e che sicuramente non costituisce reato, è il fatto che l’avvocato Campli tra gli incarichi ricopre anche quello di patrocinatore delle cause del Comune di cui è stato assessore. Non solo. Campli è delegato alle vendite immobiliari proprio presso il Tribunale di Chieti.

L’interrogazione

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di Antonio Del Furbo

antoniodelfurbo@zonedombratv.it

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